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Vecchio 05-05-2014, 02.34.41   #1627
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Altea entrò in quella stanza e cominciò ad illuminarne l'interno con la sua candela.
Notò allora uno scrittoio e dei fogli.
E cominciò a leggere...

“Lord Corcionne, sono sempre più preoccupata per ciò che accade nel ducato ed anche nel reame. Non vi nego che tutti gli eventi nefasti succedutisi ultimamente non fanno altro che portarmi a ciò che flagella da sempre la mia famiglia. Da piccola ho iniziato ad udire di quelle storie e una volta cresciuta ho fatto poi finta di non crederci più. Ma poi, dopo la morte di mio nonno, appena un giorno dopo le sue nozze, ho cominciato a rammentare tutto. Trascorro così le notti insonne, girando come uno spettro nei lunghi corridoi del palazzo, fino a raggiungere la sala dei ritratti e restare a fissare con sgomento il volto di tutti coloro che mi hanno preceduta e che sono morti in modo misterioso. Vi prego, appena possibile ritornate a Capomazda. Il Consiglio si riunirà per l'inizio della Santa Quaresima e vorrei avere a corte la vostra presenza per dibattere su quanto sta accadendo.

Granduchessa lady Consel de' Taddei.”

Altea nel leggere non si era resa conto del tempo trascorso e guardando poi la finestra vide il cielo ormai chiaro.
Era infatti sorto un nuovo giorno e poco dopo udì vari rumori giungere dall'esterno della stanza.
I tre viaggiatori, Guisgard, Astus e Mime erano infatti pronti per lasciare il palazzo e andare a Solpacus.
“Dunque” disse lady Gertrude a Guisgard “siete proprio deciso ad andare a Solpacus, cavaliere?”
“Si, milady.” Annuì lui. “Come vi ho detto, affari urgenti richiedono laggiù la mia presenza.”
“A meno che non siate un mercante di vini” fece lei “e lo escludo, temo che i vostri affari laggiù riguardino la caccia.”
“Vi confesso che non amo cacciare, milady.” Sorridendo Guisgard.
“Andiamo, cavaliere...” mormorò lei “... potrei essere vostra madre, dunque non crediate di potermi ingannare...”
“Non comprendo, milady...”
“Ho fatto si che nessuna notizia nefasta giungesse qui da Solpacus” voltandosi lei verso la statua della Vergine Maria “per non turbare questo palazzo... tuttavia ho apprese dai miei servi, quando parlano tra loro credendo di essere soli, di ciò che sta accadendo nella foresta... non so, forse è la curiosità che vi attira laggiù... o forse, chissà, la vanagloria... e comprendo che non riuscirei mai a farvi desistere dall'andare a Solpacus... tuttavia siate prudente... per voi e per vostra cugina Altea che è prossima alle nozze...”
“Non temete, milady...” accennando un vago sorriso lui “...non accadrà nulla a lady Altea... quanto a me ed ai miei compagni di viaggio siamo diretti a Nord.”
“Fingerò di credervi” sussurrò la nobildonna “poichè non sta bene dubitare delle parole di un gentiluomo...”
Lui annuì.
“Ma pregherò la Vergine del Rosario per voi e per la gente di Solpacus...” continuò lei “... che Dio vi assista, cavaliere...”
“Grazie, milady...” sfiorandole la mano con le labbra lui “... ora devo andare... che Dio vi benedica, signora...”
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