“Se questo è ciò che volete” disse Dort a Clio “e ciò che credete sia giusto, allora portatelo a compimento e restiamo qui.”
“Io invece sono dell'idea di ripartire.” Fece Borel. “Infondo non è affar nostro questa storia. Se non se ne occupa il Gastaldo, vuol dire che dopotutto neanche all'Arciduca interessa più di tanto.”
“E questa gente?” Fissandolo Porturos.
“Ogni borgo e ogni cittadina sperduta tra questi monti convive con una sua leggenda.” Rispose Borel. “Vuoi forse far tappa in ogni centro abitato e combattere contro i suoi mulini a vento? Abbiamo un compito. Salvare il re che si trova imprigionato in una città fatta di nemici veri, reali, non frutto di favole e miti.”
“Non ti riconosco, fratello...” disse Trastis “... non è da te parlare così. Cosa ti spaventa tanto? No, ti conosco... nulla ti può davvero spaventare... eppure stento a riconoscere in te tutta questa inquietudine.”
“Ah, la tua loquela non riuscirà a confondermi.” Seccato Borel. “Non ho né paura e neanche mi sento inquieto. Ho però visto morire Scotir... e...”
“E cosa?” Chiese Dort.
“E...” mormorò Borel “... e ciò che ha ucciso nostro fratello non credo sia così facile da affrontare...”
“Allora hai paura davvero!” Esclamò Porturos.
“E se anche fosse?” Guardando lui e poi tutti gli altri Borel. “Si, forse ho paura! Ho paura che ci si lasci tutti la pelle in questa città! Perchè più accadono le cose, più le persone muoiono e più questa dannata faccenda diventa misteriosa ed irreale!”
“Io so solo una cosa...” prendendo la parola Vortex “... so solo che Scotir è stato ucciso da quel maledetto animale... e se lo chiedete a me, allora non ho problemi a dirvi che il nostro compito ora è quello di vendicarlo... di tornare in quella foresta e stanare l'animale... ovunque sia...”
“E se tornassimo davvero nella foresta?” Fece Porturos. “Intendo ora, a cercare le sue tracce o le sue orme... con il favore del giorno si potrebbe aver fortuna... magari è davvero immune al veleno ed invincibile come sembra, ma, diamine, non può essere un fantasma e dunque deve pur lasciare qualche segno al suo passaggio! Un segno che ci conduca alla sua tana!” Alzò allora gli occhi verso Oriente e vide il Sole ormai sorto in un cielo che andava ad aprirsi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 05-05-2014 alle ore 01.51.48.
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