Altea attese insieme a lady Gertrude l'arrivo dei tre ospiti.
Restarono così a pregare e dopo un po' Guisgard, Astus e Mime raggiunsero le due donne.
Presero posto a tavola e la cena fu servita loro.
“E ditemi, cavaliere...” disse Gertrude a Guisgard “... venite da Capomazada, dunque siete di certo molto religioso.”
“Milady, purtroppo non basta vivere in un posto” fece il cavaliere “per acquisirne i pregi. Non tutti, infatti, a Capomazda hanno il Dono della Fede. Eretici e anticlericali sono un po' ovunque.”
“Dal Crocifisso che portate al collo” mormorò Gertrude “immagino però voi lo siete.”
“Si, milady.” Annuì Guisgard. “Sono credente, come tutta la nobiltà Capomazdese. Ma personalmente non giudico le persone in base al loro credo religioso. Il mio maestro d'armi mi ripeteva sempre che nella vita l'importante è credere.”
“Io per il mese di Maggio” intervenne Mime “credo farò un qualche Fioretto alla Vergine... ma sono ancora indeciso a quale cibo rinunciare...”
“Fossi in te” fissandolo Astus “farei il Voto di non toccare più un goccio di vino. E non solo per il mese di Maggio.”
“Che io sia dannato!” Replicò il rigattiere. “Ho solo detto di voler fare un Fioretto e non certo votarmi alla vita claustrale!”
Astus allora lo colpì con un pestone sotto il tavolo.
“Ahi!” Gridò Mime.
“Contegno!” Lo riprese Gertrude. “E voi, venendo da Capomazda, di certo conoscerete il promesso sposo di vostra cugina.” Rivolgendosi poi a Guisgard. “Che impressione ne avete avuto?”
“Beh...” disse il cavaliere “... lo trovo un uomo molto romantico, degnamente cortese, colto come si conviene, dai modi pacati e dalla conversazione piacevole. Religioso ma non bigotto, razionale come richiede la prudenza di chi conosce le scienze e dalla mente vivace. E naturalmente di bell'aspetto. Cosa questa che non fa mai male.” Sorseggiando del vino. “Dopo tutto” aggiunse “deve trattarsi di un uomo notevole. Non tutti infatti possono far breccia nel cuore di mia cugina.” Facendo poi l'occhiolino ad Altea.
In quel momento fu annunciato qualcuno da un servitore.
Era il bracconiere di lady Gertrude.
“Milady...” salutandola l'uomo “... purtroppo non ho potuto provvedere a quanto richiesto da voi.”
“I fagiani sono così difficili da cacciare, dunque?” Chiese seccata la donna.
“A Solpacus pochi ormai si recano nella foresta.” Rispose il bracconiere. “Colpa della bestia che semina il terrore in queste lande. Così non sono riuscito ad organizzare una degna battuta di caccia.”
“E sia.” Indifferente la donna. “Ma non parlatemi di ciò che accade fuori dal castello. Non mi riguarda. Potete andare.”
L'uomo uscì.
“Resterete molto con noi, cavaliere?” Domandò Gertrude a Guisgard.
“Solo per stanotte, milady.” Mormorò Guigard. “Domattina ripartiremo.”
“Così presto?” Stupita Gertrude.
“Si, affari urgenti richiedono la nostra presenza a Solpacus.” Annuendo Guisgard.