“E' un onore, milady...” disse Guisgard a lady Gertrude, con un cortese accenno d'inchino “... e vi sono debitore dell'ospitalità concessa a mia cugina.”
“E' un onore, milady.” Con un inchino anche Aust.
“Si, grazie tanto!” Esclamò Mime.
E subito Aust lo colpì col gomito.
“Ehi!” Fece il rigattiere. “Cosa ho detto di male?”
“Perdonate il nostro servitore, milady.” Mormorò Guisgard. “Non è abituato alle maniere di corte.”
“Si, perdonatelo...” fece Aust “... non è cattivo... vedete, da piccolo è stato affetto da un raro morbo che uccide o nel migliore dei casi lascia tonti... e lui, fortunatamente, è sopravvissuto.” Sorridendo.
“Non posso certo negare anche a voi la mia ospitalità, nobile cavaliere.” Disse Gertrude. “E neanche ai vostri servitori, naturalmente. Tuttavia ritengo indecoroso che tre uomini dimorino dove vive anche una nobildonna.” Guardando Altea. “Lady Altea è certo bella e senz'altro suscita negli uomini tentazioni improprie. Per decoro dunque voi soggiornerete nella torre.”
“Troppo gentile, milady.” Acconsentì Guisgard.
“Bene, vado a dare ordini per servire la cena.” E l'austera dama uscì.
“Tipino allegro la vostra padrona!” Rivolgendosi Guisgard ad Altea. “E a quanto pare tiene molto affinchè la vostra virtù sia preservata.” Sorridendo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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