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Vecchio 30-04-2014, 03.12.02   #1585
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Heat ritornò con la legna ed insieme a Guisgard e ad Aust accesero il fuoco.
Lent intanto aveva preparato la cena e poco dopo tutti presero posto a tavola.
“Ottimo stufato, Lent...” disse Heat “... davvero buono... sapete, milord...” rivolgendosi poi a Guisgard “... Arya adorava lo stufato... assaggiate un po' di questo vino... lo facciamo noi qui... io e Lent... e credetemi un vino simile è ambito anche dai migliori mercanti di Solpacus!” Riempendo il bicchiere del cavaliere. “A cosa brindiamo, milord?”
“Al vostro vino, amico mio...” fissandolo Guisgard “... che sappia ripagare ogni vostro sforzo e lavoro...”
“Il vostro arrivo qui ha ripagato ogni mio sforzo, milord...” annuendo Heat.
“Perchè credete che l'Arciduca sia in grado di riuscire dove molti hanno fallito?” Chiese il cavaliere.
“Perchè solo i Taddei possono uccidere quella bestia.”
“I Taddei non sono forse uomini come tutti gli altri?”
“Si, certo...” rispose l'uomo “... ma sono protetti dal Cielo... la loro stirpe ha sempre vantato i migliori guerrieri di sempre.”
“Ascoltate...” mormorò Guisgard.
“Milord...” interrompendolo Heat “... Iddio Onnipotente Ha dato a voi il dominio su queste terre per proteggere il popolo... e so che siete giunto per uccidere quella bestia e liberare la regione dal terrore che essa ha seminato...” guardò poi il piccolo Lent “... vedi la sua spada?” Indicando l'arma di Guisgard. “E' Parusia... la migliore spada mai concepita... se i bardi bretoni avessero avuto una simile arma da narrare nelle loro saghe, puoi giurare che Artù non sarebbe morto in battaglia ed i Sassoni ora neanche sarebbero menzionati nei libri di storia!”
Aust lanciò un'occhiata a Guisgard, per poi scuotere appena il capo.
“Dico bene, milord?” Sorridendo Heat.
“Beh, di sicuro, da quel che si racconta, Parusia vale molto più di Excalibur.” Ridendo appena il cavaliere.
“Non dargli corda...” bisbigliò piano Aust al suo compagno.
“Infinitamente di più!” Esclamò Heat. “Anzi, vi dirò... se Orlando avesse avuto quella spada invece della sua Durlindana, allora a Roncisvalle i Mori avrebbero fatto una fine ben peggiore di quella che toccò agli infedeli che perirono a Poitiers per mano di Carlo Martello!”
“Beh, una spada” disse Guisgard “vale se chi la impugna è davvero valoroso.”
“E chi più di voi può brandire Parusia, milord?” Eccitato Heat. “E magari se farai il bravo” guardando Lent “Sua Signoria un giorno ti insegnerà a tirare di spada come un vero cavaliere!” Ridendo Heat. “Milord, Lent sogna di diventare cavaliere!”
“Già, avevo il sentore che a lui piacesse la cavalleria...” sorridendo Guisgard.
“Gli ho anche fabbricato una spada di legno!” Divertito Heat.
“Allora ti starai già esercitando, immagino.” Facendo Guisgard l'occhiolino a Lent.
La serata trascorse così, con quegli animi sereni, come se l'orrore seminato dai delitti della bestia non riuscisse a scalfire i loro cuori.
Dopo cena il cavaliere ed Aust uscirono sul porticato della casa per una boccata d'aria fresca.
“Ha smesso di piovere finalmente...” fissando il cielo Guisgard “... sai, una delle cose più belle che ricordo di Sygma sono le sue sere chiare di stelle... credo che nel cielo di Sygma ci siano più stelle che in qualsiasi altro cielo visibile al mondo...”
“Non dovresti dar corda alle convinzioni di quell'uomo...” mormorò Aust.
Guisgard non rispose nulla.
“Domattina ripartiremo” continuò Aust “e fra qualche giorno saremo così lontani da neanche ricordare più questo luogo...”
“Sai...” fece il cavaliere “... mio zio mi raccontava sempre che i Taddei persero Sygma per le loro colpe... e che solo espiando tali pene sarebbero riusciti a riconquistarla...”
“Tu non sei l'Arciduca però...” disse Aust.
“Per quell'uomo si...” guardando lontano Guisgard “... lui ci crede davvero e ha atteso l'arrivo dell'Arciduca per chissà quanto tempo... credo sia il suo più grande sogno... proprio come io sogno di ritornare a Sygma...”
“Cavaliere...” all'improvviso una voce alle loro spalle.
“Hei, Lent...” sorridendo Guisgard “... non dovresti essere a letto?”
“Volevo augurarvi la buonanotte...”
“Fa sogni d'oro, piccolo!” Accarezzandogli i capelli il cavaliere.
“Domattina mi insegnerete a tirare di spada?”
“Perchè proprio domattina?”
“Così vorrà dire che...” sorridendo il bambino “... che sarete ancora qui con noi...”
“A domattina, se Dio vorrà.” Salutandolo Guisgard.
“A domattina, messere!” Felice il piccolo.
In quel momento arrivò Heat con una grossa scrofa.
“Dove la portate?” Incuriosito Aust.
“Domani la ucciderò!” Ridendo Heat. “E' grassa, vero! E' il mio bene maggiore! La ucciderò domani in vostro onore!”
“Perchè mai?” Stupito Guisgard.
“Per ringraziarvi, milord!”
“Ascoltate...” saltando dalla staccionata il cavaliere “... domani andrò a Solpacus per sapere tutto della misteriosa bestia... se fra sette giorni non sarò di ritorno, voi allora ucciderete questa scrofa e banchetterete alla mia memoria... ma se tornerò con la testa della bestia, allora voi ogni anno, nel giorno di Natale e in quello di Pasqua, donerete un maialino da essa partorita al più vicino monastero.”
“Lo giuro, milord.” Guardandolo Heat. “Uccidete quella bestia ed io donerò, per quelle Sante Festività, due maialini l'anno fra quelli partoriti dalla mia scrofa.”
“Qual'è il monastero più vicino?” Domandò Guisgard.
“Quello della Divina Misericordia, milord.”
“Bene.” Annuendo il cavaliere. “Porterete in quel Santo luogo i maialini.”
Trascorse allora la notte.
Al mattino, di buon'ora, Guisgard e Aust erano già in piedi, con quest'ultimo intento a preparare i loro cavalli.
Il cavaliere intanto mostrò la sua spada al piccolo Lent, spiegandogli qualcuno dei trucchi usati dai migliori spadaccini.
“Altri segreti per tirare come voi” fece il bambino “me li mostrerete al vostro ritorno, messere.”
“Sei un ragazzo in gamba...” sorridendo appena Guisgard.
Poco dopo il cavaliere ed il suo compagno lasciarono quella casa, diretti a Solpacus.
Dopo qualche miglio incontrarono qualcuno lungo il sentiero.
“Perdonate, messeri...” con l'aria un po' alticcia quell'ometto “... potreste indicarmi uno stagno o qualche corso d'acqua, di grazia?”
“Sei sicuro di volere proprio dell'acqua?” Ridendo appena Guisgard. “Non mi pare che tu ci sia abituato, eh!”
Aust sorrise.
“In verità” mormorò quell'ometto “ne farei volentieri a meno... ma ne ho bisogno perchè devo... ecco... devo darmi una rinfrescata... vedete, ho bevuto un po'... di vino intendo... e vedendomi in questo stato, beh, qualcuno potrebbe pensare che io sia un beone, ecco...”
“E chi potrebbe pensare questo di te?” Esclamò Guisgard, per poi scoppiare a ridere insieme al suo compagno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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