Tutti annuirono a quelle parole di Clio.
Così, la compagnia dei falsi mercenari lasciò la città e raggiunse la foresta in cerca di prove sulla morte della bestia.
Nestos tuttavia era rimasto a Solpacus, in quanto non era riuscito a terminare in tempo il veleno.
Alla fine trovarono una fitta boscaglia in cui potersi disporre secondo le indicazioni di Clio.
Ma mentre tutti loro prendevano posizione, la ragazza udì un fischio, simile ad un lungo e lento sibilo.
Poi più nulla, solo un irreale silenzio.
Il resto della notte trascorse così, in quella calma innaturale.
Infine, verso l'albeggiare, la compagnia udì delle voci e dei nitriti.
“C'è qualcosa laggiù...” disse Ertosis dalla cima di un albero “... vedo degli uomini... sono intorno a qualcosa... sembra... sembra un cadavere...”
“Cosa può essere?” Stupito Porturos.
“Andiamo a vedere e lo scopriremo...” fece Borel.
Allora raggiunsero il luogo in cui c'erano quegli uomini.
Scoprirono così che erano i soldati del Gastaldo.
“Cosa succede?” Chiese Borel.
“Voi chi siete?” Domandò il capo di quei soldati.
“Siamo giunti da Solpacus per scoprire se la bestia è morta davvero.”
“Ecco allora la risposta che stavate cercando...” fece l'uomo, indicando il cadavere di una donna presso uno stagno “... è stata uccisa stanotte... dalla bestia...”
E ai loro occhi apparve uno spettacolo vomitevole, con quel cadavere sventrato in mezzo al fango e ai corvi.