Mentre Altea pranzava alla locanda, cominciò a vedere agitazione per le strade della città.
Molti erano ancora rinchiusi nella chiesa quando, preceduti da grida, tre cavalieri arrivarono di gran carriera.
E quelle loro grida attirarono fuori quelli che si trovavano in chiesa.
“Presto...” disse urlando uno dei tre cavalieri “... accorrete... presto!”
Due erano spaventati e sporchi e portavano su un cavallo il corpo senza vita del terzo.
“Cosa è accaduto?” Chiese il duca Gvin nel vederli arrivare in quello stato.
“Eravamo usciti per cacciare il cinghiale...” ansimando uno dei tre “... e abbiamo deciso di dividerci per tentare di controllare così più parti della foresta... ma quella dannata belva ha aggredito uno di noi” indicando il cadavere “e le sue grida ci hanno attirato... ma siamo giunti tardi... la bestia dopo averlo ucciso stava correndo via...”
“L'avete vista dunque?” Domandò Gvin.
“No, è accaduto stanotte...” rispose il cavaliere “... abbiamo visto solo una sagoma scura che correva via veloce come un fulmine...”
“Io allora ho cercato di colpirla con la mia balestra” intervenne l'altro cavaliere “ma incredibilmente la freccia, colpendola, si è spezzata...” e mostrò la freccia rotta.
“Siamo maledetti!” Gridò allora uno dei cavalieri presenti. “San Michele si è adirato con noi e ci ha tolto la nostra forza di cavalieri!”
“Idiota!” Lo riprese Gvin. “Come può San Michele togliervi ciò che non avete!” E prese la freccia spezzata per controllarla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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