Io e il mio Dante stavamo volando come degli uccelli. Probabilmente, doveva essersi sentito così Bellerofonte su Pegaso.
All’ improvviso, qualcosa o qualcuno acciuffò la coda del mio cavallo e mi fece precipitare.
Gridai durante la caduta. Per l’ impatto, sicuramente, sarei morta!
Con un frastuono, finì tra i rami di un imponente nocio.
Apri i bruni occhi e mi guardai attorno. Non ero morta….non ero morta….grazie a Dio non ero morta!
Ero, semplicemente, piena di graffi e con gli abiti rovinati.
Mi accorsi che il mio fidato equino non era nei dintorni. Mi liberai dai rami e scesi dall’ albero.
A terra trovai la Sacca Rimpicciolente, la faretra, l’arco e la Spada di Fuoco Fatuo perfettamente intatti.
Misi dentro la Borsa Rimpicciolente arco e frecce ed indossai la cintura di cuoio con la guaina della mia arma bianca. Mi misi addosso come una gerla la mia magica sacca.
Fischiai circa sei volte per richiamare il mio destriero, ma non ci fu di risposta ne un nitrito ne un rumore di zoccoli.
“Jack!....Jack!!!....Tisin!....Jaaaaack!!!....Ai uuutooooo!!!” urlai e dopo aver pronunciato queste parole, mi apparvero a mezz’ aria Jack e il merlo.