A quelle parole di Clio, i suoi uomini si scambiarono varie occhiate.
“A questo punto” disse Borel “a mio giudizio una strada può valere l'altra, con ciascuna i suoi vantaggi ed i suoi possibili svantaggi. Trovo che il vostro ragionamento sia giusto e condivisibile. Concordo dunque con la vostra scelta.”
“Si, anche io credo sia la scelta migliore.” Annuendo Dort. “Meglio attraversare una strada con dei centri abiti in cui sostare e rifornirci, che delle lande desolate.”
“Sicuramente.” Fece Ertosis. “Almeno così avrò la possibilità di incontrare qualche bella ragazza!”
“Il nostra capitano” intervenne Issan con un sorriso calmo “si dimostra davvero saggia. I miei complimenti.” Con un cenno del capo.
“Tu conosci questa Solpacus?” Chiese Porturos a Nestos.
“Solpacus è una città famosa per i suoi raffinati e pregiati vini.” Rispose il medico. “E questo la rende pullulante di mercanti e commercianti che giungono da ogni parte del reame. Inoltre tutti i duchi del regno inviano là i propri uomini per avere nelle loro nobili corti quegli ambiti vini.”
“Insomma” fece Trastis “sembra una vivace città commerciale. Di sicuro là non troveremo ostilità o pericoli.”
“Già, così pare.” Mormorò Borel.
Intanto, in un luogo segreto del Palazzo Reale di Afravalone, un'oscura figura osservava le increspature sull'acqua che riempiva un cratere d'argilla.
E tra quelle increspature, a poco a poco, presero forma delle immagini.
“Quella sciocca ragazza” mormorò qualcuno accanto alla figura “crede di poter guidare quegli uomini fino a Gioia Antiqua, maestro.”
“Quegli uomini” disse l'oscura figura “hanno una cieca fiducia in lei... meglio così... la seguiranno all'Inferno senza farsi troppe domande...”
“Volete dunque che muoiano subito, maestro?”
“No, voglio che arrivino a Gioia Antiqua...” mormorò la figura “... ma non è detto che ci arrivino tutti...” continuando ad osservare Clio ed i suoi uomini attraverso l'acqua di quel cratere “... ma chi fra essi riuscirà a raggiungere Gioia Antiqua, lo farà tra mille sofferenze...”
“Volete che sia avvertita Isolde, maestro?”
“Non occorre...” mischiando l'acqua la figura, facendo così svanire le immagini nelle increspature “... lei avrà già fiutato l'odore del loro sangue a quest'ora...” aggiunse con tono compiaciuto, mentre i suoi occhi divennero rossi come il fuoco.