Daizer sorrise appena a quelle parole di Elisabeth.
“Immagino” disse “che se ora pretendessimo abiti nuziali, quell'inquisitore impiegherebbe un attimo a capire che non siamo mai stati sposati fino ad ora.” Il tono era calmo, come a volerla rassicurare. “E non c'è alcun bisogno che mi parliate di voi, di cosa siete e cosa avete fatto fino a oggi. Dimenticate che io sono un contrabbandiere? Dunque siamo nella stessa barca. E poi” aggiunse “non ho mai giudicato una donna in base a ciò che gli altri dicono di lei. Altrimenti non sarei diverso da coloro che le bruciano sui roghi.” Mise una mano in tasca ed estrasse qualcosa avvolta in un panno. “Questa collana” mostrando alla donna ciò che era custodito in quel panno “l'ho presa da una nave che batteva bandiera portoghese... dovevo consegnarla ad un ricco hidalgo spagnolo... ma per il momento potrà esserci utile...” mise allora al collo della donna quel prezioso monile “... ecco...” guardando Elisabeth con quel gioiello “... anche senza abito nuziale sarete comunque una sposa da invidiare...” sorridendole ancora.
Anche la ragazza, che li fissava, sorrise a quella scena.
“Venite...” fece il contrabbandiere, prendendo Elisabeth per mano “... la cerimonia ci attende... e dopo finalmente potremo lasciare questa città...”
E si avviarono verso la cappellina.