La locandiera ci fece vedere una stanzetta con due letti messi a letto matrimoniale, una vasca, un piccolo caminetto e un comodino con le cose da bagno e gli asciugamani.
La brava donna ci invitò a scendere per la cena.
Tornai in camera con Jack, poiché entrambi sapevamo che per me questo non era possibile.
Versai l’ acqua calda del calderone, che stava nel focolare, nella vasca.
“Jack, di grazia, potresti voltarti?....Devo spogliarmi! Vai anche a dire che non posso scendere per la cena perché…..perché sto male, sono molto debole e preferisco mangiare in camera con te. E non mi guardare con quel sorrisetto accattivante!.....Non è carino guardare una dama mentre si denuda. Forza….girati, discolaccio!” dichiarai ridendo affettuosamente.
Mi tolsi gli abiti maschili e li posai su un letto. Quando fui nuda, mi immersi nella calda vasca.
Il giorno diede il passo alla notte.
Le mie mani divennero palmate e più affusolate, dalla cintola in giù mi squamai, le gambe si unirono e i piedi si allungarono e si trasformarono in sottili e trasparenti pinne.
“Ora se vuoi, puoi anche guardare!” e dopo aver esclamato questo, gli feci un’ innocente linguaccia.