Dopo quelle parole di Clio, la compagnia si separò.
La ragazza, in attesa della partenza, fu convocata privatamente dal senatore Gheorgis.
“Milady...” disse l'uomo “... vi ho fatta chiamare privatamente perchè nessuno deve conoscere il motivo di questo nostro incontro... voglio che alla vostra spedizione aggiungiate un altro posto... un mio fidato... qualcuno che potrà raccogliere informazioni su quella città e sul suo governo... è chiaro che Gioia Antiqua sia ostile verso il nostro regno ed io voglio sapere tutto sui loro usi, costumi e naturalmente sulla loro potenza militare... ho già dato ordine al mio fedele di prepararsi alla partenza... spero che ciò non vi scombussoli i piani, capitano... il regno ve ne sarà grato...”
Gli uomini scelti dal capitano, intanto, eccitati da quel possibile stratagemma, decisero di discuterne nel modo a loro più usuale, ossia davanti ad un bicchiere di vino.
Raggiunsero così una locanda e si fecero servire il miglior vino possibile.
“L'idea dei mercenari non è male...” disse Borel agli altri “... tuttavia bisogna essere preparati e non commettere errori... i maggiori regni, bene o male, hanno comunque avuto rapporti con qualche compagnia mercenaria e anche a Gioia Antiqua sapranno di certo riconoscere un soldato di ventura quando ne vedono uno...”
“Ben detto...” annuì Scotir “... e poi, anche se il nostro trucco funzionasse, dobbiamo avere in mente un piano sicuro una volta dentro quella città... non avremo molto tempo per far uscire il re da quelle mura...”
“Io potrei sedurre la regina” ridendo Ertosis “così da convincerla a rilasciare il re.”
Vortex lo fissò con uno sguardo cupo.
“Stavo solo scherzando, amico mio!” Esclamò Ertosis.
“Bisogna scegliere con attenzione il nome con cui chiamarci...” intervenne Porturos “... un nome adatto a dei mercenari... dobbiamo trovarne uno credibile...”
“Due barattoli di quelli...” disse qualcuno al bancone.
“Fagioli, messere?” Chiese il locandiere.
“Si, quelli...” indicò Guisgard “... sono in partenza, dunque sistematemeli in una borsa con una bottiglia di vino dolce, del pane e qualche salsiccia... sono fresche quelle?”
“Appena fatte, messere.” Sorridendo il locandiere. “Ecco, vi preparo il tutto.”
“Ottimo.” Annuì Guisgard, per poi voltarsi verso il tavolo degli uomini di Clio. “Qualsiasi nome inventerete non vi servirà...”
“Voi chi siete?” Fissandolo Borel.
“Ma io vi ho già visto...” mormorò Scotir “... eravate prima davanti al palazzo... parlavate col capitano Clio.”
“Si, diciamo che sono un suo buon amico...” con un sorriso ironico Guisgard.
“Cosa dicevate riguardo al nome da trovare?” Chiese Borel.
“Che a Gioia Antiqua non saranno degli idioti, immagino” mormorò il cavaliere “e che non lasceranno di certo entrare in città dei miserabili soldati di ventura senza reputazione e fama.”
“Dunque ci state dicendo che bisogna trovare un nome conosciuto?” Guardandolo Motrus.
“Si, intendevo qualcosa di simile.” Ridendo appena Guisgard.
“Sembrate esperto in questo genere di faccende.” Osservò Trastis.
“Diciamo che ho conosciuto molti individui e visto diversi posti.” Rispose il cavaliere. “Dunque un po' so come gira il mondo.”
“E voi cosa proponete?” Chiese Borel.
“Io?” Stupito Guisgard. “Cosa centro io?”
“Vi stiamo chiedendo un consiglio, tutto qui.” Rispose Borel.
“Beh...” fece il cavaliere “... io adotterei l'unico nome che conosco... quello dei Gufi Scarlatti...”
“Ma nessuno ci cascherà mai!” Esclamò Ertosis.
“I Gufi non sono mai stati a Gioia Antiqua...” spiegò Guisgard “... lo so per certo. Dunque al massimo laggiù sarà arrivata la loro fama e non la descrizione del loro aspetto. E comunque, come piano, non credo sia più assurdo di quello in cui si tenterà di sedurre la regina di quella città.” Aggiunse sarcastico.
“Ah, è un piano completamente improponibile!” Sbottò Ertosis.
“Aspetta...” lo zittì Borel “... invece credo che possa aver ragione... ma come fate a sapere che i Gufi non sono mai stati a Gioia Antiqua? Chi vi ha fornito questa informazione?”
“Gufo Scarlatto in persona.” Rivelò il cavaliere.
“Come sarebbe a dire?” Stupito Borel.
“Quel che ho detto.” Ridendo Guisgard. “Sono amico anche di Gufo, non solo del vostro capitano.”
“Siete in partenza vedo...” mormorò Scortir.
“Si, lo sono.” Guardandolo Guisgard.
“E dove siete diretto?” Chiese Scotir.
“Verso Nord.”
“La nostra stessa direzione.”
“Si, ma Gioia Antiqua non è tra i miei itinerari.” Sentenziò il cavaliere col suo solito sorriso irriverente.