Disattivato
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Attraversai il piazzale a passo deciso, salutando uno ad uno gli uomini che avevo scelto per la spedizione.
Erano i migliori, una squadra perfettamente assortita.
C'era Vortex, il gigante buono, forte come nessuno, capace di abbattere una porta senza fatica, feroce in battaglia, ma generoso, leale e gentile con gli amici.
Passai poi da Motrus e Trastis, cugini cresciuti come fratelli, spadaccini provetti, agili e veloci, pieni di spirito, abituati a combattere insieme, a coprirsi le spalle, sposati con due sorelle, di cui sono innamorati alla follia. Potevano sembrare interscambiabili ad uno sguardo frettoloso, ma conoscendoli meglio si comprendeva che su certe cose sono invece molto diversi. Trastis, ad esempio, aveva una dialettica sorprendente, riusciva a convincere chiunque di una cosa e del suo contrario. Una splendida risorsa.
Salutai poi Borel, figlio di un mercante di una città marittima del nord rifugiatosi ad Afravalone per cercare fortuna, il miglior balestriere che abbia mai incontrato, sincero e colto, un vero amico.
Accanto a lui c'era Scotir, alto, forte, pronto a tutto, spietato in battaglia, ma con un cuore d'oro e due simpaticissimi bambini, con lui al tuo fianco tutto era possibile, difficilmente parlava a sproposito, ma quando lo faceva sembrava fin troppo saggio per essere solo un guerriero. Guadagnare non solo il suo rispetto, ma anche il suo affetto era stata la mia conquista più grande.
Mi voltai poi verso Ertosis, il migliore con i coltelli, giovane, donnaiolo e spensierato, coraggioso come pochi, incosciente di tanto in tanto, sapeva affrontare un nemico più numeroso con il sorriso e l'ardore della gioventù.
C'era poi Dort, aristocratico, colto e raffinato, cacciatore esperto, sapeva seguire le tracce che molti di noi non riuscivano nemmeno a vedere, ma anche un arciere d'eccezione, sempre in amichevole competizione con Borel, era meglio l'arco o la balestra? Ogni occasione era buona per cercare una risposta a questa domanda. Di solito c'era in palio un boccale di vino, o qualcosa di più forte.
Infine c'era Porturos, una volta marinaio, un'altra soldato di ventura, aveva visto una quantità incredibile di posti, combattuto guerre di cui non avevamo mai sentito parlare, amava raccontare le sue avventure la sera, e noi tutti rimanevamo affascinati dalle descrizioni dei paesaggi esotici, regni lontani, e lo ascoltavamo avidamente, gli abbiamo chiesto più volte cosa ci abbia visto in Afravalone per restare, lui sostiene di essersi innamorato, ma non l'abbiamo mai visto con la stessa donna più di una volta. La leggenda vuole che non abbia mai confessato alla sua amata i suoi sentimenti, e cerchi di dimenticarla tra le braccia di tante altre, ma è solo una leggenda, degno coronamento delle sue storie.
In altre parole, era l'esperienza, raramente il suo intuito si rivelava sbagliato, e avevamo imparato a dargli ascolto, spesso lo chiamavo come consigliere.
Dopotutto, eravamo quasi tutti giovani.
Poi c'era Nestos, ovviamente, e cascava a pennello, perché nessuno di noi era in grado di curare le ferite, se non quel minimo che si impara con l'esperienza.
Avrebbe dovuto esserci anche Kastor, l'anima della festa, sempre sorridente, sempre pronto a scherzare, ma a volte incredibilmente profondo. Ci sarebbe mancato, eccome!
Sorrisi ad Astin, e lo ringraziai.
Mi rivolsi poi ai senatori.
"Non temete, nessuno di noi sottovaluta la gravità della spedizione, ma è nostro dovere tentare di salvare il nostro re e il principe.. Ognuno di questi uomini ha giurato di dare la vita per loro...".
Riferii poi ai senatori gli ultimi avvenimenti circa i ribelli, e che d'ora in avanti ci avrebbe pensato la Guardia Ecclesiastica, anche se con l'aiuto dei miei uomini.
"Ascoltate.." dissi poi, rivolta ai miei uomini schierati per salutarci prima della partenza "Ricordate in ogni momento il compito che vi è stato assegnato, siete i soldati del Re, il vostro compito è proteggere la famiglia reale da qualunque minaccia.. Seguirete Astin come avreste seguito me, proteggerete la città e collaborerete con i soldati del Vescovo.. rammentate bene chi è il vostro nemico... So di togliere alla guarnigione i migliori tra voi, ma ciò significa solo che nuovi migliori dovranno sorgere, che alcuni di voi dovranno mostrare di cosa sono capaci, prendersi responsabilità... so che non siete da meno di quanti partiranno!" mi voltai un attimo verso i senatori, lanciai un'occhiata ad Astin e continuai "E sappiate questo, lo dico ora, davanti a tutti voi, affinché le mie parole non vengano poi stravolte o manipolate...Non ho potere di decidere, ma se non dovessi tornare, qualunque cosa succeda, sappiate che il mio appoggio va ad Astin, nessuno meglio di lui può guidare la Guardia Reale..." sospirai "Qualunque sia il vostro credo, pregate per noi..." sorrisi "E dedicateci un brindisi ogni sera, noi faremo lo stesso..".
Abbracciai poi Astin "Abbi cura dei miei soldati.." esitai "..ma non trascurare tua sorella, mi raccomando.." mormorai.
Iniziai poi a dare disposizioni paretiche circa la partenza, quando Astin venne a chiamarmi.
Per poco non scoppiai a ridere. Cosa ci faceva lì?
Mi avvicinai al cavaliere, e all'uomo che c'era con lui.
"E io che pensavo di essermi liberata di voi.." risi "Cos'è, avete cambiato idea? Volete unirvi alla nostra spedizione?" sorrisi "Avete portato un amico, i miei ragazzi resteranno delusi, li avevate abituati meglio..." risi appena, scrutando il suo viso. Non capivo.
"Vorrei credere che non verreste qui senza un valido motivo, ma vi ho visto trasformare la mia caserma in un volgare bordello, non mi stupisco più di nulla quando ci siete di mezzo voi.. ebbene? Cosa vi porta qui? Vi ascolto..". Ero davvero curiosa. No, decisamente non riuscivo a capire quel tipo.
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