Tyssen restò sorpreso e forse un po' deluso da quella trovata di Altea.
Avrebbe voluto dire qualcosa ma, davanti alla contentezza della figlia del locandiere, il bel cavaliere restò in silenzio, limitandosi ad un sorriso di circostanza.
Salutò poi con cortesia la vivace avventuriera che aveva espresso il desiderio di visitare il mercato di quella città.
Così Altea lasciò la locanda e cominciò a girare tra banchi e bancarelle, attori girovaghi e saltimbanchi, teatrini di marionette cortei di valletti e paggi che annunciavano per le strade l'imminente inizio della giostra.
Ad un tratto, però, l'attenzione della bella avventuriera fu attirata da una lunga processione che, attraversando la città, terminò davanti alla chiesa di San Martino.
La testa di quella processione vedeva alcuni chierici, seguiti poi da cavalieri a cavallo.
E due di essi trasportavano una piccola teca di marmo con incisioni di pregevole fattura.
“Ecco il premio della giostra, guarda...” disse un uomo tra la folla a suo figlio, indicando la teca portata in processione.