Altea suonò il campanellino del monastero e poco dopo venne ad aprire il portone un fraticello.
“Salute a voi viandanti...” disse sorridendo “... come mai giungete in questa tarda ora a questo monastero?”
“Siamo due amanti in fuga dalle ire del malvagio patrigno di lei...” mormorò Elvet “... ed io sono stato ferito dai suoi uomini... vi prego, fateci entrare...”
“Certo!” Esclamò il fraticello. “Entrate, figlioli! Poi mi racconterete tutto!”
“Grazie di cuore...” fece Elvet “... ma vi supplico, ho bisogno di una stanza in cui permettere alla mia amata di somministrarmi un siero per arrestare la mia ferita...”
“Seguitemi.” Mormorò il fraticello.
Li condusse così in una piccola cella, lasciandoli poi da soli.
Elvet prese la sua cintura di cuoio e chiese ad Altea di legarlo stretto ad un piccolo pilastrino di pietra.
“Fate presto, vi scongiuro...” intimò alla bella avventuriera.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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