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Vecchio 07-03-2014, 01.19.06   #1022
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Passò così un'intera notte, scandita dal russare del carceriere avvolto nella sua coperta di sacco.
Poi, finalmente, dalla piccola finestra in alto, la luce cominciò a filtrare nell'umida cella, spazzando via l'incerto silenzio notturno.
E un raggio di Sole giunse a sfiorare il volto di Clio, come ad annunciare il nuovo giorno.
Poi dei passi svegliarono anche il carceriere.
“Beh...” disse Boyke avvicinandosi alle sbarre “... notte tranquilla, no?” Rivolgendosi poi al carceriere.
“Si, signore...” annuì questi.
“Bene, portale da mangiare...” ordinò il mercenario.
E il carceriere subito obbedì, correndo via.
Ma in quel momento arrivò Guisgard.
“Davvero una meravigliosa mattinata...” sorridendo il cavaliere “... non trovate?” Fissando Boyke e poi la prigioniera. “Un po' freddina, si, ma soleggiata e dall'aria limpidissima.”
“Va al diavolo!” Con disprezzo Boyke.
Guisgard rise.
Poi guardò nella cella di Clio.
“Ah, voi mercenari non avete il minimo tocco di buongusto...” mormorò.
“Cosa vuoi dire?” Fissandolo Boyke.
“Non potete tenere una rampolla dell'aristocrazia Afravalonese rinchiusa in una cella come fosse un porcile.”
“Per me può crepare anche adesso!” Esclamò il mercenario. “E tu con lei!”
“Si, ma poi creperebbero anche i vostri sogni di ricchezza, mio arguto amico.”
“Insomma, cosa diavolo vuoi?”
“Questa cella è umida” fece Guisgard “e sporca... volete che la ragazza si ammali?”
“Che ti importa?” Sbottò Boyke. “Tanto malata o sana il suo prezzo non cambia.”
“No, ma viva o morta farà differenza.” Replicò il cavaliere. “E tanta. Questa ragazza, benchè si atteggi ad eroina guerriera, non resisterà molto qui dentro.”
“Cosa succede qui?” Arrivando Gufo.
“Capo, questo idiota fa discorsi inutili...” guardandolo Boyke.
“Dico solo” spiegò Guisgard “che la ragazza ha bisogno perlomeno di vestiti puliti, o si beccherà qualche malanno di quelli infettivi... ed io non voglio rischiare di fallire a causa di una sua possibile morte.”
“Non abbiamo vestiti puliti per lei.” Disse Gufo.
“Allora li procurerò io.” Fissandolo il cavaliere.
“E sia, ma non ti darò neanche una moneta per comprarli.” Mormorò lo scarlatto.
“Tranquillo, ci penserò io.”
I tre allora uscirono.
Poco dopo tornò il carceriere con latte e pane raffermo per Clio.
“Ecco la vostra colazione...” disse alla ragazza, facendo poi passare la scodella con latte e pane attraverso le sbarre.
Qualche ora dopo tornò Guisgard.
E con sé aveva un fagotto.
“Eh, so bene che questo non è proprio il vostro stile” avvicinandosi alla cella di Clio “ma non ho trovato di meglio...” e fece passare il fagotto attraverso le sbarre “... ora cambiatevi ed indossate gli abiti che vi ho portato... quelli vecchi poi infilateli nel fagotto...” si voltò verso il carceriere “... su, mio buon amico, allontanatevi di qualche passo... non sta bene osservare una dama mentre si spoglia.” Rise.
Il carceriere uscì nel corridoio.
“Sono abiti prestati da alcune mie buone amiche...” parlando alla ragazza il cavaliere e dando le spalle alla cella per non guardarla “... naturalmente ho preso quelli che mi sembravano i meno vistosi... indossateli e quelli vecchi, come detto, infilateli nel fagotto.”
Clio non tardò a capire che genere di abiti fossero quelli portati da Guisgard.
Erano quelli che indossavano le ragazze della casa di piacere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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