Elvet annuì a quelle parole di Altea.
“Si...” disse “... all'alba io cadrò ancora in quell'innaturale sonno... purtroppo non basta uscire da quel castello... la maledizione continuerà a perseguitarmi fino a quando colei che mi ha imposto questo incantamento non deciderà di scioglierla...” rispose con un bacio a quello di Altea e ripresero a cavalcare attraverso la foresta “... ma non permetterò che giunga l'aurora senza aver trovato un luogo in cui nasconderci... voglio sapervi al sicuro per quando mi addormenterò ancora...”
Alla fine, poco prima dell'albeggiare, intravidero da lontano alcune luci.
Era un borgo che a fatica spuntava tra la fitta vegetazione.
E dal campanile della sua chiesa si udivano le campane che annunciavano il Mercoledì delle Sacre Ceneri.
“Siamo salvi...” mormorò Elvet.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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