Quelle immagini attraversarono la mente di Clio come se fossero reali.
Come se davvero lei fosse riuscita a liberarsi, fuggire e raggiungere il palazzo.
Ma mentre la sua mente correva lontano con le ultime forze rimaste, il corpo della ragazza era tenuto ben fermo dalle dure braccia di quei mercenari.
Infatti, come detto, Clio era ormai senza più forze, con le ferite causate dallo scontro precedente che cominciavano a bruciare sempre di più.
E a mano a mano perdeva anche quel po' di lucidità rimasta, fino a quasi delirare per il dolore.
Fino a quando, stretta fra le braccia di quegli uomini rozzi e violenti, perse definitivamente conoscenza.
Questo però non fece desistere Boyke dal suo lussurioso intento.
“Meglio così...” disse ridendo, mentre cominciava a slacciarsi la cintura “... non credo avrebbe resistito troppo al mio ardore se fosse rimasta lucida...”
E tutti i suoi risero forte.
Ma proprio mentre il mercenario cominciava ad avvicinarsi alle nudità della ragazza, accadde qualcosa.
“Fermi!” Una voce all'improvviso.
Tutti allora si voltarono e videro Gufo Scarlatto con il resto della compagnia.
“Capo...” fece Boyke “... stavamo solo divertendoci un po'...”
“Rimettiti i calzoni...” avvicinandosi Gufo “... e rivestitela...” ordinò poi.
Ed alcuni dei suoi misero un mantello addosso a Clio.
“Se volete divertirvi” guardando tutti loro lo Scarlatto “allora cercatevi una delle tante donne che si vedono per la città... il capitano del re merita ben altro trattamento.”
Qualche ora dopo Clio finalmente riprese conoscenza.
Era ancora avvolta in quel mantello e guardandosi intorno si accorse di essere in una stanza semibuia ed umida, chiusa da una porta con grate di ferro.
E a guardia, fuori dalla stanza, la ragazza vide la sagoma di un uomo armato.
Era uno dei mercenari di Gufo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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