Intanto, mentre la città era per una parte in fiamme e la gente fuggiva via disperata verso i grandi palazzi della borghesia e le zone abitate dalla potente aristocrazia, un gruppo di galeotti, di rinnegati, di schiavi senza alcun valore cercava anch'esso una via di fuga.
Ma non dal fuoco e dalla paura, ma verso la libertà che gli era stata negata.
E così, sui muri delle stradine secondarie e laterali, squarciate dall'abbagliante fulgore delle fiamme, si stagliavano lunghe ed inquiete ombre, che furtive avanzavano come dannati tra le fiamme dell'Ade.
“Bisogna attraversare la città” disse Guisgard ai suoi compagni di avversità “per raggiungere una delle sue porte e poter così uscire...”
“Ma senza armi è impossibile...” fece uno di quelli che erano con lui “... ci sono soldati ovunque...”
“Senza dimenticare” intervenne un altro di quelli “che le strade saranno piene di sciacalli pronti a rubare tutto ciò che capiterà loro a tiro...”
“Non abbiamo altra possibilità...” fissandoli Guisgard “... questa probabilmente sarà l'unica che ci capiterà per poter tornare ad essere liberi...”
Ad un tratto udirono canti e risa.
“Qualcuno si avvicina...” mormorò uno dei compagni di Guisgard “... devono essere dei soldati...”
“I soldati non cantano e ridono mentre la città brucia...” fece Guisgard “... aspettatami qui e non muovetevi...”
Li lasciò e attento a non farsi scoprire cercò di vedere chi si stava avvicinando.
Dopo un po' tornò da loro.
“Allora?” Chiese uno dei suoi.
“Sono mercenari...” svelò Guisgard “... sono uomini del nostro amico Gufo Scarlatto...”
“Siamo dunque perduti!” Impaurito uno dei suoi compagni.
“No, abbiamo la sorpresa dalla nostra” mormorò Guisgard “e credo siano un bel po' ubriachi...”
Allora si nascosero dietro un muro ed attesero che quel gruppo di mercenari si avvicinasse.
E quando i soldati di ventura passarono accanto a quel muro, dall'incerta penombra piombarono alle loro spalle Guisgard ed i suoi compagni, armati di mazze e pietre raccolte dalle case in fiamme.
Li presero così di sorpresa, colpendoli con quelle loro armi d'emergenza.
E alcuni dei mercenari persero i sensi sotto quei colpi, altri addirittura la vita.
Alla fine, dalla cantina di una casa ormai disabitata, addossata al muro dietro il quale si erano nascosti, emersero vincitori Guisgard ed i suoi compagni.