Qualcuno ha detto che chi ama non deve temere mai nulla.
Neanche il Tempo e la distanza.
Arato di Soli, un grande poeta vissuto tra il IV ed III secolo Avanti Cristo, ci ha lasciato uno straordinario capolavoro.
Si tratta di un poema epico che narra dei fenomeni celesti in chiava mitologica, intitolato proprio “Fenomeni”.
E già in quell'antico passato il genio greco, scrutando il cielo ed i suoi misteri, aveva scoperto come alcune stelle, che viste da qui sembrano un unico corpo celeste, in realtà talvolta sono due, che ruotano con la medesima intensità e tenute insieme dalla reciproca attrazione.
E negli sterminati spazi siderali, dove i corpi celesti ruotano e si muovono con tempi cosmici incommensurabili, concetti come Tempo e distanza si annullano e tutto si proietta in una visione infinita.
Una visione quasi ultraterrena, che non obbedisce più alle regole naturali che noi conosciamo.
Una visione che invece, proprio come scrisse Arato secoli fa in questa sua superba metafora poetica, è scandita da un'unica legge, un'unica forza.
E quella legge, quella forza, altro non è che l'Amore, che tiene insieme e muove tutte le cose del Creato.
Al di là del Tempo e di tutte le distanze.
E percorrendo questa notte, contando le stelle infinite e inseguendo tutti i miei sogni, andrò in cerca dei suoi misteri, per svelarli e per farli miei.
Fino all'alba.
Per poi ricominciare...
Buonanotte, Camelot...