“Questa terra” disse il vecchio domestico ad Altea “è terra silenziosa, poiché nessuno ama pronunciare il suo nome ad alta voce... e sarà dunque un bene anche per voi non conoscerlo quel nome, milady...” condusse l'avventuriera in una stanza del castello.
Era un ambiente confortevole, arredato con mobili di una certa fattura, in arte povera, con quadri alle pareti che rappresentavano scene pastorali.
All'interno vi era un gradevole profumo di muschio.
“Il pranzo” aggiunse il vecchio “sarà servito fra due ore. Avrete così il tempo per un bagno caldo e per riposarvi. Nel tinello adiacente a questa stanza” indicando una porticina “preparerò ora per voi un bagno profumato. Quando il pranzo sarà servito, nella Sala del Torrione, sentirete un campanellino.”
Preparò così nel tinello la tinozza con acqua calda e sali profumati, per poi andare via.
E solo quando restò sola in quella stanza, Altea si accorse di un ritratto che prima non aveva visto.
Raffigurava un giovane uomo, dai tratti morbidi e bellissimi, con uno sguardo penetrante e l'espressione enigmatica.