“E' un borgo tanto insignificante” disse la donna ad Altea “che non ne ricordo nemmeno il nome. Io sono madama Geroa e mi occupo della servitù del castello per conto del mio padrone. Egli è il proprietario del castello ed è anche il signorotto di queste terre. Potrebbe dunque decidere di zittire le dicerie della gente del borgo, visto che sparlano della sua dimora, ma preferisce ignorarli. Ed io non posso dargli torto.”
Giunsero finalmente al castello.
Era una costruzione molto grande ed antica, con un grosso portone a delimitarne l'ingresso, racchiuso da due massicci torrioni.
Il cocchiere scese dalla carrozza e bussò al portone.
Un attimo dopo esso si aprì e la carrozza entrò finalmente nel maniero.
Un vento freddo spirava come un lamento tra le torri e nello scendere dalla carrozza Altea avvertì un forte senso di angoscia.
“Facci strada...” ordinò Geroa al cocchiere.
Questi annuì e precedette le due donne in un vasto androne.
Geroa allora suonò un piccolo campanello e si presentò, pochi istanti dopo, un vecchio domestico.
“Conduci la nostra ospite nella sua stanza.” Fece Geroa indicando Altea.
Il domestico annuì e pregò l'avventuriera di seguirlo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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