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Vecchio 08-02-2014, 12.10.24   #727
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Cercai di resistere, ma fui comunque disarcionata.
Qualcuno prese la spada, volevano derubarmi.
Come pensavano di potersi mettere tra me e Karel in pericolo? Di fermare un soldato abituato a uscire da situazione ben peggiori? E una donna che corre dal suo amato?
Erano tanti, ma erano disperati e disarmati. Come me, del resto.
Ero spacciata? No, neanche per sogno!
Mai come allora, mi resi conto di quanto avesse ragione il mio maestro d'armi.

"Avanti Clio, devi superare i tuoi limiti.. Ancora cinque" mi incitava.
Sentivo le braccia cedere, ma cercai di non fermarmi. Quegli esercizi erano pesantissimi per una ragazzina che non era abituata.
Erano i primi veri allenamenti, mio padre aveva cominciato a farmi tirare di spada, ma non si era mai preoccupato di rendermi più forte.
Per quello, c'era il maestro Forterios. Un uomo bonario ma inflessibile, che aveva sempre creduto in me, appassionato delle antiche tecniche di combattimento militare, specialmente quelle di Roma.
Con gli anni si era creato un legame molto forte, come uno zio saggio, e molte mie capacità le dovevo a lui, e ai suoi insegnamenti.
Quante volte mi aveva raccontato delle tecniche usate dai gladiatori nell'arena, e quanto fosse diverso il modo di combattere dei legionari.
Avevo imparato a distinguere Marte da Ercole. Ad usare tecniche di combattimento che nessuno usava più da secoli, ma che erano ancora efficaci.
Ma in quei primi momenti, mi sentivo incredibilmente debole.
"Basta così, respira.." sorrise "Adesso introduciamo il pugilato, e quando sarai pronta, lo uniremo alla lotta.. come facevano gli antichi col pancrazio".
Lo guardai interdetta. Non era una disciplina olimpica? Cosa c'entrava?
"Niente armi?" chiesi.
Lui scosse la testa e sorrise.
"Se sei un legionario romano e vieni disarmato nel bel mezzo della battaglia, che fai? Alzi le braccia dicendo 'Cesare, scusa ma mi arrendo'? Se ti sorprendono nel sonno, o mentre non hai l'arma con te, vai incontro a morte sicura?".
"No.." dissi, titubante "Cerchi di difenderti..".
"Esattamente, e lo fai con le armi che possiedi: il tuo stesso corpo, perché hai moglie e figli, e devi portare a casa la pelle..".
"Ma, se loro sono armati?"
"Imparerai anche quello, a tempo debito, per ora cominciamo tutti e due a mani nude.. pronta?" battè le mani "Cominciamo!"


Era stata dura, molto più che con le armi. Avevo dovuto combattere contro la mia stessa natura, non volendo dimostrare di essere più debole in partenza.
Avevo dovuto faticare il doppio, senza mai cedere. La lotta all'inizio sembrava oscura e impossibile, ma col tempo riuscii a padroneggiarne le tecniche.
Il mio corpo era diventato forte, aveva interiorizzato movimenti e tecniche, e ora bastava l'istinto.
Persino sul campo di battaglia mi era stata utile.
Quell'uomo era quasi sopra di me, voleva derubarmi, ma avevo ben poche cose preziose con me, solo le spille ma, soprattutto: la spada.
La spada di Karel.
Ero già pronta a battermi, quando mi ricordai che non mi avevano disarmato del tutto.
Naturalmente non si erano accorti del pugnale nascosto negli stivali, nessuno doveva vederlo.
Attesi ancora un momento poi lo estrassi rapidamente e colpii l'uomo, girandomi immediatamente, facendo leva su gamba sinistra e braccio destro.
Trascinai a terra un uomo, afferrando la sua gamba, ne bloccai un altro, e cercai di rialzarmi, cercando la mia preziosa arma.
Assalii chi mi aveva preso la spada, ed iniziai a correre, la spada nella destra, il pugnale nella sinistra.
Dovevo riuscire a superare la folla, che sembrava impazzita e non voleva lasciarmi passare.
Ma mi feci largo a colpi di spada, i più intelligenti si scansavano, chi si trovava sul mio cammino, cadeva a terra.
Sentivo tirare la giubba, ma non ci badai mai, la spada era salda nella mia mano, e null'altro importava.
Quando finalmente vidi il palazzo reale accelerai.
"Prendete tutti gli uomini che avete.." dissi alla sentinella "e proteggete il Palazzo reale, a qualunque costo..".
Entrai di corsa nello sfarzoso palazzo.
"Devo vedere il principe Karel.." dissi, affannata per la lunga e faticosa corsa ad un maggiordomo di palazzo, non avevo rinfoderato né la spada né il pugnale, la mia giubba era logora e strappata, ed erano sparite sia la spilla con lo stemma reale, sia quella del casato. Poco male, pensai, faranno la fortuna di qualcuno.
Avevo il viso sporco quanto la giubba, e mi accorsi di aver subito diversi colpi, ma l'adrenalina del momento non me li aveva fatti sentire. In momenti del genere, si resisteva a tutto.
L'indomani sarei stata piena di lividi, ma era l'ultima cosa che mi importasse.
Alzai lo sguardo sull'uomo.
"Non voglio sentire storie, sono la sua guardia personale.. devo sapere come sta, subito.." chiusi gli occhi e sospirai "Se non può ricevere visite, ditegli che il capitano Clio è qui... vorrà vedermi...".
Cercai di rinfoderare la spada, ma mi accorsi che il fodero non era più al mio fianco. Ma non avevo tempo di sistemarmi, Karel era ferito, e io non riuscivo a pensare ad altro.
Era una ferita lieve? Sarebbe rimasto mutilato?
Ma, soprattutto.. era in pericolo di vita?
Era tutta colpa mia, se non gli avessi detto del duello, sarebbe rimasto al sicuro. Dovevo vederlo, a costo di setacciare il castello.

Ultima modifica di Clio : 08-02-2014 alle ore 13.17.25.
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