Daizer annuì a quelle parole di Elisabeth ed insieme scesero al pian terreno per prendere qualcosa da mangiare.
Il locandiere fu molto cortese ed offrì loro uno po' di stufato che sua moglie aveva preparato quella sera per cena.
Inoltre diede loro del latte per la bambina.
“E' stato munto stamattina.” Disse il locandiere. “Abbiamo una mucca e se volete anche domattina ci sarà latte fresco per la vostra bambina.”
“Siete molto gentile.” Sorridendo Daizer. “Perdonatemi, ma non ho potuto fare a meno di notare che l'orologio del campanile è rotto... cosa curiosa, visto che la campana comunque ha suonato allo scoccare dell'ora giusta...”
“In questo posto” fece il locandiere “il Tempo non è una priorità. Ecco perchè nessuno si cura di riparare l'orologio del campanile. Quanto alla campana, essa non suonava per indicare l'ora, ma solo per ricordare a tutti l'inizio della messa. Qui abbiamo tutti l'abitudine di essere presenti all'ultima celebrazione del giorno. Ora scusatemi, ma devo sistemare alcune cose sul retro. Vi auguro una serena notte, signori.” E andò via.
Daizer ed Elisabeth, allora, ritornarono nella loro camera.
La bambina stava ancora dormendo.
Tuttavia il suo sonno appariva inquieto.
Poi un gridò e si svegliò di colpo.
“Deve aver avuto qualche incubo...” mormorò Daizer.
Mancava poco ormai all'alba.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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