Restai impassibile, avevo vissuto molte volte quella situazione, non riuscii a reprimere un sorriso, pensando a quanto fossero banali e ripetive le battute di scherno.
Davvero credevano di impressionarmi, di farmi paura? Poveri illusi.
Io, una chance gliel'avevo concessa, non l'avevano colta, peggio per loro.
Voltai lo sguardo verso i senatori, scuotendo impercettibilmente il capo in segno di disapprovazione.
Se ne stavano lì, come impauriti. Venivamo davvero governati da gente così debole? Li avevano voluti loro i mercenari, che si aspettavano?
Poi, tornai a guardare il Gufo, e feci un passo verso di lui.
"Se i nostri nobili senatori tollerano di farsi mettete i piedi in testa da uno sbruffone qualunque non è affar mio.. Ma se pensate che vi lascerò fare il bello e il cattivo tempo vi sbagliate di grosso.. Siete nella nostra città, e rispetterete le nostre leggi e le nostre gerarchie..." Estrassi lentamente la spada, la lama brillò per un momento, colpita da un raggio di sole improvviso.
Sorrisi "Vi avevo avvertito di non offendermi..." La puntai verso il mercenario, in aria di sfida.
"Io dico che non valete mezzo milione di Taddei.. Considerando che le prenderete da una donna.." Con un'espressione perfida "Non avrete paura di sfigurare davanti ai vostri uomini...".
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