Ardea de' Taddei è l'eroe eponimo della stirpe Taddeide.
Miti e leggende, bardi e poeti hanno cantato le sue immortali gesta, consegnando per sempre il suo nome all'immortalità.
Tutto ciò che oggi ruota attorno alla sua figura è velata dal fantastico, dal meraviglioso e dal romanzesco.
Molti filologi hanno cercato di dissipare le nebbie del mito, tentanto di estrarre dalla storiografia romanzata tratti verosimili di questa antica figura di eroe cavalleresco.
Eppure, nonostante la documentazione storica attorno ad Ardea sia scarsa e quasi del tutto orale, la sua presenza ricorre in maniera quasi ossessiva nell'arte e nella letteratura non solo Capomazdese, ma di tutto il territorio Afravalonese.
Il fenomeno conosciuto oggi come Afravalonismo, ossia la diffusione dei modelli culturali di questa civiltà in tutti i paesi che hanno avuto con essa contatti, sia diretti che indiretti, ha esportato in contesti sociali differenti e talvolta diversissimi fra loro, la leggenda di Ardea, trovando poi terreno fertile in espressioni artistiche varie ed originali.
Il mitico cavaliere, da cui discenderanno i Taddei di Capomazda, diviene così una figura ricorrente in miti e tradizioni anche lontane dalla terra degli Arciduchi di Capomazda.
Un eroe talmente grande, nonostante siano in lui ricorrenti gli errori, le debolezze, le incertezze e i tormenti tipici dell'animo umano, da vivere avventure epocali, in grado di ispirare per secoli gli artisti più grandi.
Le sue stesse imprese, così straordinarie da essere ricordate con un nome specifico, le Questioni, per molti studiosi nascondono un simbolismo particolarissimo, dietro il quale si cela la civilizzazione, attraverso il Cattolicesimo e gli ideali aristocratici, di terre ancora selvagge al tempo in cui risalgono questi fatti leggendari.
La stessa adozione del giovanissimo Ardea, voluta dal duca Taddeo, secondo alcuni storici descrive, in chiave romanzesca, la legittimazione dei futuri signori di Capomazda circa le loro origini Afravalonesi e i conseguenti diritti che la loro stirpe vanterà sull'unificazione delle due corone, quella di Capomazda e quella di Afravalone.
Ma sono proprio le imprese di Ardea, le leggendarie sette Questioni, ad avvolgere la sua figura in un alone mitico ed eroico senza tempo.
Queste straordinarie gesta consistevano perlopiù nel liberare le contrade del reame da terrificanti mostri, simbolo ed incarnazione dei peccati e dei limiti che attanagliano l'esistenza umana.
Una delle Questioni più celebri è quella che porterà Ardea ad affrontare un essere demoniaco, chiamato Vammana.
Il mostro, una sorta di megera capace di assumere sembianze animalesche, terrà assediata un'intera contrada, ponendo a chiunque volesse uscirne un oscuro enigma.
Bardi e cantori, nella lunga e vasta tradizione orale che nei tempi più antichi tenne viva la leggenda di Ardea, riportano diverse versioni di questa Questione, dove in ciascuna la mostruosa Vammana poneva un enigma differente all'eroico cavaliere.
Una delle più note mette in bocca alla spaventosa donna questo arcano:
“Ascolta e mostra d'esser audace.
Risolvi tale arcano se ne sei capace.
Senza indugio tutti son bravi a romperlo,
ma poi nessun riesce più ad accomodarlo!”
Naturalmente Ardea risolverà l'impenetrabile enigma, spingendo così la Vammana a togliersi la vita.
E liberata la contrada dall'infernale flagello, riprenderà il cammino verso le altre Questioni rimaste, fino a guadagnarsi il perdono per le sue colpe e l'amore della donna amata.
E voi dame e cavalieri di Camelot, riuscite a risolvere l'arcano della mostruosa Vammana?