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Vecchio 28-01-2014, 01.23.23   #566
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Gufo Scarlatto fece convocare l'intera compagnia mercenaria dai suoi due luogotenenti, Boyke e Koim.
E quando tutti si presentarono nella mensa della caserma che era stata assegnato loro come quartier generale, il comandante dei mercenari si presentò ai suoi uomini.
“Questa sera stessa” disse Gufo “incontrerò una delegazione del Senato e sapremo con precisione quale sarà il nostro compito in questo reame.”
“Non eravamo arrivati qui per stanare un gruppo di ribelli separatisti, capo?” Chiese uno dei mercenari.
“Così ci era stato detto dal messo inviatoci dai senatori.” Rispose Gufo. “Tuttavia la cosa non deve essere poi così semplice. Afravalone è famosa per la sua tradizione militare e in questo reame vi sono due milizie effettive. Una devota al vescovo e l'altra fedele al re. Inoltre i ducati, le contee, le baronie e i principati hanno eserciti ben forniti di uomini ed armi. Dunque, se un paese che può vantare questa capacità bellica decide di chiamare dei mercenari, ciò può voler dire che la minaccia avvertita deve essere molto più seria di quanto sembri.”
“E se in realtà volessero solo armate da mandare al sacrificio per tutelare le proprie?” Domandò un altro di quei soldati.
“Le cavie” fece Gufo “non si pagano certo così profumatamente per poi essere gettate al macello.” Rise. “E comunque credo che il Senato ben conosca la fama che ci precede in ogni luogo. Io invece penso che la minaccia avvertita in queste terre deve preoccupare non poco il Senato ed il popolo Afravalonese. Pare infatti che il re abbia lasciato il regno. Ecco perchè voglio sapervi decisi e coscienti della pericolosità di questa missione. Questo è tutto. Saprò dirvi di più dopo aver incontrato i senatori. Per ora siete tutti in libera uscita. Rammentate che domani mattina ci sarà il contrappello e vi voglio tutti presenti.”
Gufo così sciolse quella riunione.
Ma solo quando la mensa si svuotò, il mercenario si accorse di qualcuno che se ne stava steso su una panca.
“A te non interessa essere in libera uscita?” Avvicinandosi Gufo a quello.
“Non sapevo” disse Guisgard senza neanche aprire gli occhi “che anche gli schiavi potessero godere della libera uscita.”
“A me interessa solo che tu obbedisca ai miei ordini.” Replicò Gufo. “Per il resto puoi fare ciò che fanno tutti gli altri quando non ci troviamo impegnati a combattere.”
“Non temi una mia fuga?” Aprendo finalmente gli occhi Guisgard.
“Si vede” sorridendo il mercenario “che non conosci la fama intorno al mio nome. Sai come viene punito qualcuno che decide di lasciare la mia compagnia senza aver prima saldato il debito che lo lega a me?”
“No...” sbottò Guisgard “... ora però hai sollecitato la mia curiosità... dimmelo, o non ci dormirò stanotte...”
“Ebbene” mormorò Gufo “lo faccio legare nudo sul dorso di un cavallo non domato, per poi lasciarlo libero di correre all'impazzata. E siccome al cavallo viene intrecciata la coda con rami secchi e paglia unti di pece, per poi dar ad essi fuoco, immaginerai che la cavalcata in breve si trasformerà in una lunga agonia.”
Guisgard continuò a guardarlo senza aggiungere nulla.
“Dunque, se vuoi divertirti stasera fai pure, amico mio.” Ridendo Gufo. “Ma attento a non spendere tutti i tuoi risparmi con le donne. Potrebbero servirti per cominciare a racimolare la cifra con la quale acquistare la tua libertà.” Scosse il capo. “Già, rammento... gli schiavi non hanno nulla. Meglio così allora. Non avrai tentazioni di nessun tipo.” E andò via canticchiando divertito.
Guisgard allora, sbollita un po' di rabbia, uscì anch'egli dalla mensa e cominciò a girare nella caserma.
Ormai vi erano solo i soldati che dovevano svolgere il loro turno di guardia.
Il cavaliere, così, passeggiò tra l'androne e i lunghi corridoi, fino a quando si ritrovò in una saletta laterale.
Qui vi erano diverse armi e corazze, insieme ad utensili e attrezzi vari per ogni esigenza bellica.
“Benvenuto, amico mio!” Salutandolo qualcuno. “Sei il primo cliente da quando siamo giunti in questa città! Vuol dire che ti farò un trattamento di favore!”
Era un uomo di corporatura grossa e il volto bonario.
“Io sono Mirk il Rosso” presentandosi a Guisgard “e mi occupo di tutto ciò che i mercenari della compagnia possono acquistare.” Rise. “Chiedimi qualunque cosa ed io ti servirò a dovere. Cosa ti occorre? Una spada particolare? Qui da me troverai tutto! Spada ad una o a doppia lama. Dritta o ricurva. Ad una o a due mani. Spadini, daghe, spadoni, scimitarre e persino ammazzadraghi!” Annuì. “E poi ancora archi, balestre, asce da guerra, alabarde, stelle del mattino e mazzeferrate! Lance, fionde, coltelli di tutti i tipi e martelli da guerra! Naturalmente non mi mancano elmi leggeri e pesanti, corazze, scudi e speroni! Allora, in cosa posso servirti?”
“Fammi capire...” fece Guisgard “... dobbiamo pagare le armi da portare in battaglia?”
“Certo!” Annuì Mirk. “E le spese ci sono anche per la loro manutenzione e riparazione.”
“Io non ho nulla in tasca.” Fissandolo Guisgard. “Come faranno a farmi scendere in campo?”
“Beh...” fece Mirk “... ti sarà dato una daga, o al massimo un'altra arma di tipo semplice e con quella dovrai farti valere in battaglia. Se sopravviverai, allora, ti sarà data la paga prevista dopo ciascuno scontro e con quella potrai poi acquistare qualche altra arma più efficace. In pratica durante la prima battaglia dovrai essere abile e prudente, amico mio. Oltre che fortunato s'intende.”
“Mi ci vorrà una vita per mettere da parte la somma richiesta da quel dannato Gufo...” a denti stretti Guisgard.
“Eh, amico mio...” scuotendo il capo Mirk “... mi sa che farai prima a trascorrere qui l'intero periodo richiesto per il tuo servigio.”
“Al diavolo!” Esclamò Guisgard.
“Ti ci abituerai, vedrai.”
“Non penso proprio!”
“Che fretta hai?” Domandò Mirk. “C'è forse qualcuno che ti aspetta? Magari la tua bella? Rasserenati. Se è davvero innamorata magari sarai come Ulisse e lei ti aspetterà a dispetto di tutti e tutto. Se invece non lo farà, beh, avrai scoperto che non era il tuo vero amore. Ammesso che tu ci creda al Vero Amore.”
“Devo riprendere il mio viaggio!” Rivelò Guisgard. “E non ho intenzione di rinunciarci!”
“La vita stessa è un lungo viaggio, amico mio.”
“La mia vita dipende da quel viaggio.” Replicò Guisgard.
“E dove eri diretto?” Chiese Mirk.
“In una terra fuori da questa regione.” Spiegò Guisgard. “Una terra bella come nessun'altra.”
“E come si chiama questa tua favolosa terra promessa?” Guardandolo Mirk.
“Sygma...” rispose Guisgard “... una terra dai tratti poetici e romanzeschi...” accennando un leggero sorriso il cavaliere “... una terra senza tempo e degna di cavalieri...”
“Perchè sei diretto là?”
“Perchè mi è stato promesso un feudo di quella terra...” raccontò Guisgard “... un feudo appartenuto alla mia stirpe secoli fa... un feudo su cui vantare degni diritti.”
“Amico mio, una volta qualcuno mi ha detto che se davvero desideriamo qualcosa con tutto noi stessi” disse Mirk “allora prima o poi riusciremo ad ottenerla... ed io ti auguro di poter raggiungere davvero quella terra e trovare il tuo feudo.” Aggiunse sorridendo.
“Amen...” segnandosi Guisgard.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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