L'Abate camminava nervosamente per la stanza e ascoltavo le sue parole con il novizio, istintivamente mi voltai verso Tyssen e stranamente incrociai proprio il suo sguardo.."Abate Nicola, sir Tyssen non conosce personalmente la famiglia dei Taddei ma è venuto a conoscenza di qualcosa da una persona...Tyssen, gentilmente, racconta all' abate ciò che ti disse quella ragazza e sulle raccomandazioni di suo nonno di non innamorarsi di un uomo del loro casato".
Ascoltai la voce di Tyssen mentre narrava la storia quando ad un tratto davanti a me si pose un ricordo ora ben nitido...lo stesso che apparve confuso quando mi trovavo con l'apprendista e sua madre..era una sorta di de-javou, come tornare nel Passato...
Il Cavaliere camminava di fronte a me con una torcia in mano visto il luogo buio e sacrale..
"Petra è un posto affascinante e misterioso..misterioso come Voi..mi state seguendo da Gerusalemme fino qui..e quindi di strada ne abbiamo fatta, e non avete voluto mai dirmi da dove venite e soprattutto il vostro nome...come devo chiamarVi?Vediamo..." mi fermai e lui si voltò verso me guardandomi con i suoi meravigliosi occhi.
"Cavaliere misterioso? Protettore di Altea? Cavaliere venuto dal nulla? Cavaliere di ventura?...eh scelta difficile".
"Se è per questo" con quella sua aria sicura lui "pure voi mi avete solo detto il vostro nome e non da dove provenite..dove vi troverei se decideste di sfuggirmi?Di una cosa sono sicuro..non siete greca" e iniziò a ridere beffardamente tale da temere quelle millenarie mura potessero crollare.
"Ovvero" dissi io con una punta di risentimento.
"Lasciate perdere...perchè vi seguo? Non vi è passato in testa forse.." disse avvicinandosi a me, il suo volto era vicino al mio, il mio cuore batteva forte ma cercavo di fare forza al mio Animo...la Promessa..non potevo.."che forse possa essere minimamente innamorato di Voi visto vi sto seguendo e non mi sfuggirete".
Lasciò scivolare nelle mie mani un sacchetto di velluto azzurro.."E' un vostro ennesimo regalo? A Gerusalemme mi donaste un libro azzurro e ora cosa vi è qua dentro?Volete stupirmi...non devo aprire nemmeno questo sacchetto come il libro?"
Lui sembrò nemmeno ascoltare le mie parole si avvicinò alle mie labbra e io mi scansai immediatamente, si bloccò e mi guardò risentito e senza proferire parola se ne andò via.
"Fermatevi" urlai e sentii l'eco della mia voce in quel luogo diventato sempre più solitario e semibuio.."Io non volevo..non potete capire..io non posso..ma io vi.." e mi bloccai.
D'un tratto apparve una donna bellissima dalla pelle di ebano, i lunghi capelli neri come la notte profonda e vestita turchese con un lungo velo e adornata di monili e pietre preziose...sembrava una antica sacerdotessa del luogo..."Altea vero? Ho visto...ma tu non sei legata a nessuna promessa...tu hai solo paura dell' Amore" e poi la vidi andarsene.
Tyssen mi raggiunse subito e da quella volta di Lui non seppi più nulla, solo che nelle mie vesti nella tasca vi è sempre il Rosario e quel sacchetto che non volli mai aprire.
Mi destai e ritornai nel mondo reale..anzi era proprio come se fossi ritornata dal Passato.
Tyssen aveva smesso di narrare la storia e stava parlando con Gyen, davanti a me vi era l' Abate e mi fissava impenetrabilmente tanto i suoi occhi erano diventati una fessura quasi...provai una strana sensazione, abbassai lo sguardo, ma lui no...avevo notato da quando ero arrivata egli mi scrutava ma in modo indifferente ma ora quello sguardo entrava nell'animo.
"Bene" dissi per distrarlo "avete sentito la storia di Tyssen...è di questo che parlavate prima sulla maledizione dei Taddei? Che porta questo demone...e vi è un modo per sconfiggerlo, anche se, effettivamente, mi sembra non dovrebbe essere compito nostro...abbiamo solo avuto ordine di portarvi la missiva ovvio" e stavolta lo guardai io negli occhi.