Gyen annuì a quelle parole di Altea, prese lo scrigno, lo caricò e poi lo aprì davanti all'Abate Nicola.
Così anche il chierico ascoltò il messaggio inviato da lady Consel.
Dopo ciò, restò pensieroso ed in silenzio.
Poi prese a camminare nella grotta.
Passarono diversi minuti senza che l'abate dicesse nulla.
“La fortuna degli uomini” disse finalmente “è che nonostante sappiano macchiarsi di grandi e gravi colpe, alla fine la Misericordia Divina da sempre loro la possibilità di rimediare. Anche se in alcuni casi le colpe richiedono enormi sacrifici per essere espiate...”
“Cosa significa questo?” Chiese Pich.
“I Taddei” fissandolo l'abate “si portano dietro una grave colpa, che qualche demone ha imposto loro come una sorta di maledizione... e ancora oggi ne pagano le conseguenze...”
“Cosa c'entra il regno con tutto questo?” Domandò il nano.
“Quanto il principe è virtuoso” mormorò l'abate “non vi è suddito che non lo sia, recita un detto cinese... ma quando invece egli reca colpe nell'anima e nel cuore, allora anche i suoi sottoposti sono soggetti al vizio...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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