Il novizio Pich osservò lo scrigno indicato da Altea e poi annuì.
“Allora” disse “vi condurrò io dove si trova adesso l'Abate Nicola. Ora è ormai tardi, ma domattina partiremo molto presto.”
E così, trascorsa la notte, di buon mattino i quattro lasciarono il monastero a bordo della carrozza di Tyssen, per recarsi in direzione dei monti.
“Laggiù” indicando le zone montuose il novizio “troveremo l'eremo dell'abate.”
Proseguirono allora per quel tragitto, che li condusse qualche ora dopo in una piana frondosa di oppi e castagni.
Il sentiero, però, in quel punto appariva bloccato da un grosso albero caduto tra le rocce che delimitavano quel passaggio.
“Ed ora come faremo a passare?” Fece Gyen.
“Già, spostarlo è praticamente impossibile.” Osservò Tyssen. “Forse l'unica possibilità che abbiamo è quella di dar fuoco a quest'albero ed attendere che bruci del tutto. Ma ci occorrà un bel po'.”
“Posso aiutarvi io, se volete...” all'improvviso una voce alle loro spalle “... conosco una strada alternativa...”
Era il giovane apprendista che avevano conosciuto presso la locanda.
Ed aveva indosso una bellissima armatura.