I dadi rotolarono sul tavolo dopo il lancio di Elisabeth.
E si fermarono mostrando ciascuno un sei.
“Dodici...” mormorò Daizer “... dodici!” Esclamò poi, dopo un primo momento di silenzio. “Porco mondo, ce l'abbiamo fatta!” Gridò, per poi lanciare un grido di vittoria. “Che donna!” Fissando Elisabeth. “Non so se sfidarla ad una partita o innamorarmene!” Facendole l'occhiolino.
“Come può essere...” incredulo Colpen “... non è... non è possibile...”
“Invece si, a quanto pare!” Ridendo il contrabbandiere. “E ora, come pattuito, fuori i miei cavalli!”
Colpen lo fissò.
“Perchè, come tutti sanno, la reputazione è tutto per un giocatore d'azzardo” continuò Daizer “e dunque ogni debito di gioco va pagato!”
Colpen allora fece cenno ad uno dei suoi e quello uscì dalla locanda.
Poco dopo ritornò.
“I cavalli sono fuori, capo.” Disse a Colpen.
“Prendi i tuoi cavalli” rivolgendosi quest'ultimo a Daizer “e non farti più vedere da queste parti, canaglia.”
“Suvvia, è stato solo un tiro fortunato.” Divertito il contrabbandiere. “Comunque, noi abbiamo anche una certa fretta.” E con Elisabeth uscì dalla locanda.
Fuori trovarono i cavalli e ritornarono così presso il casolare, dove i due monaci li stavano aspettando.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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