Oggi, settant'anni fa...
Contro la poca memoria della Storia.
"Quel che di te rimane rannicchiato nella polvere di altre polveri,
sono due cipressi solitari che vegliano sulla sciagura tei tuoi sogni di gloria,
sulle tue passioni di uomo, di politico, di amate, di Delfino di tuo suocero
che rivolse la rivoltella spietata sulla fronte alta ed i capelli di gelatina,
che profumavano ancora di ville lussuose e tavole rotonde di vano potere,
che accecavano l'illulsione di una vita d'amore con la morte che danzava,
con scettri del comando rivolti verso la pazzia dell'aquila tedesca,
che infuocva quel mondo fatto di grammofoni sfiatati e olio di ricino,
e quando la tua giovane sposa, che ti sopravvisse per cinquantuno anni,
seppe della tua condanna a nulla valse il suo orgoglio, le sue preghiere,
la sue epistole bruciate nel vento, e nel giorno della tua morte,
ella volle vestirsi di rosso ed uscire dal torpore e dal grigiore
della casa di un Conte senza contea,
una casa in cui non fece mai più ritorno..."
Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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