Appena Clio ebbe terminato di parlare ai suoi, Astin si alzò dal suo posto, voltandosi verso i soldati.
Li guardò a lungo, senza dire nulla.
Sembrava fissarli uno ad uno negli occhi.
Ad un tratto tra i militari cominciarono ad alzarsi alcuni di loro.
Prima pochi, poi sempre più numerosi, fino a ritrovarsi tutti in piedi alla fine.
“Siamo tutti con voi, capitano.” Disse uno di loro.
“Si, come sempre è stato.” Un altro.
“E come sempre sarà.” Un altro ancora.
E tutti iniziarono a mostrare con entusiasmo la propria fiducia verso il loro capitano, inneggiandone il nome.
“Questi uomini” voltandosi Astin verso Clio “ non sono meno dei legionari che sul Rubicone scelsero di seguire Cesare che marciava contro Roma, capitano... vi seguirebbero in capo al mondo... ed io non avevo dubbi.”
Nella sala continuava ad echeggiare il nome di Clio scandito dai suoi fedeli soldati.
Dopo un po' le fila furono sciolte e la notte trascorse serena, per quanto possibile, nella caserma.
L'indomani Clio era attesa dal senatore Gheorgis.
Ed infatti, nel cuore del mattino, un messo del senatore giunse in caserma per condurre il capitano al palazzo del suo padrone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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