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Vecchio 04-01-2014, 17.02.08   #305
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard fissò quegli uomini, senza riuscire a capire cosa stesse succedendo.
Quello che gli aveva parlato, allora, prese un foglio dalla giacca.
Lo aprì, per poi mostrarlo al pilota di Formula 1.
“Questa” disse l'uomo indicandogli la firma infondo al foglio “la riconosce?”
“Io...” prendendo quel foglio Guisgard “... io non ho mai firmato nulla del genere... cosa diavolo è?”
“E' una confessione.” Rispose l'uomo. “Firmata da lei. Riguarda un'ammissione di colpa.”
“Ammissione di colpa?” Ripetè incredulo lui.
“Si...” annuendo l'uomo “... di aver malmenato e abusato della nota attrice Adele Insert.”
“Ma è ridicolo!” Alzandosi di scatto Guisgard.
Ma gli altri che erano alle sue spalle lo bloccarono subito, mettendolo piegato con la faccia sul bancone e le mani legate da manette dietro la schiena.
“Ma cosa sta succedendo?” Gridò il pilota. “Che cavolo sta succedendo qui?”
“Ha il diritto di restare in silenzio” mormorò l'uomo “... ogni cosa detta potrà essere usata contro di lei in tribunale. Ha inoltre il diritto di chiamare un avvocato. Se non può permetterselo allora le verrà nominato uno d'ufficio.”
“Mi avete incastrato!” Urlò lui.
Un attimo dopo fu portato via.
Due giorni dopo, Guisgard si ritrovò in un noto penitenziario cittadino, insieme ad altri carcerati.
Erano stati tutti assegnati ai lavori duri nel campo della prigione.
“Hei, tu...” bisbigliò uno dei detenuti “... sei davvero il famoso pilota di auto?”
Guisgard si limitò a sorridergli con fare seccato.
“Come diavolo sei finito qui?”
“Ho superato il limite di velocità...”
“Buona questa!” Esclamò divertito il detenuto. “Io mi chiamo August!”
“Io Guisgard...”
“Lo so!” Divertito August.
“Hei, superstar!” Chiamò uno dei secondini. “Hai voglia di chiacchierare, vero?”
“Non si può?” Fissandolo Guisgard.
“Certo.” Annuì il secondino. “Ma fallo spalando la melma, altrimenti te la farò mangiare tutta!”
Gli altri detenuti fissavano con sospetto e disprezzo quel carcerato così famoso.
“Pare che io qui non sia ben visto...” mormorò Guisgard ad August.
“Beh...” fissandolo questi “... sai, non è andata giù la storia che dietro le tue vittorie ci sia stato quell'incidente al tuo rivale...”
“Vedo che qui prendete molto sul serio la Fomula 1...”
“Tutti gli sport, in verità.” Fece l'altro. “Sai com'è... siamo un popolo di sportivi...”
“Immagino...”
“Hey, superstar...” chiamò un altro detenuto “... dico a te, pallone gonfiato...”
“Ce l'hai con me?” Guardandolo Guisgard.
“Si, con te...” a denti stretto l'altro “... scommetto che fuori dalla pista te la fai sotto anche al volante di un'utilitaria.”
Il pilota rispose con un sorriso sarcastico.
“Fate silenzio, canaglie!” Intimò uno dei secondini.
“Posso riposarmi un po', capo?” Chiese uno dei detenuti.
“Non ora, ragazzo.” Rispose il secondino.
“Posso avere un po' d'acqua, capo?” Domandò un altro dei detenuti.
“Non ora, ragazzo.”
E i lavori per quei disperati continuarono fino al tardo pomeriggio, quando furono fatti rientrare nelle loro celle.
“Tra cinque minuti si spegneranno le luci!” Annunciò uno dei secondini.
“Hey, superstar...” dal suo lettino August “... posso farti una domanda?”
“Se proprio devi...” fece Guisgard, stando steso e con gli occhi fissi verso il soffitto.
“Davvero hai vinto solo perchè l'altro uscì di pista?”
“Vuoi la verità?”
“Certo.”
“Beh...” mormorò il pilota “... si sa che la pista è stretta e spesso non ci entrano due auto contemporaneamente nella stessa curva... e poi a te posso dirlo...”
“Cosa?”
“Volevo tornare ai box dopo l'incidente avuto dal mio rivale...”
“Dici sul serio?” Stupito August.
“No!” Scoppiando a ridere Guisgard e causando, un attimo dopo la fragorosa risata del suo compagno di cella.
“Hey, superstar...” avvicinandosi uno dei secondini alle sbarre “... forza, muoviti... il direttore vuole vederti.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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