Elisabeth entrò in casa e senza attendere altro cominciò a cercare la stanza dove si trovava la ragazzina.
Non fu difficile trovarla.
La maga allora aprì le finestre e permise alla luce del Sole di dissolvere l'inquieta e tetra penombra di quella camera.
Vide così meglio la povera fanciulla.
Era esile, scarna e col corpo ricoperto da lividi e croste.
Attorno alla bocca recava ancora i segni della bava.
Ma i suoi occhi lucidi, appena Elisabeth cominciò a parlarle, mutarono in attimo.
Divennero rossi e la sua espressione si alterò.
Una smorfia rese contratto in modo innaturale il suo volto.
“Io sono” disse la ragazzina con una voce tanto grottesca, quanto arrabbiata “Frate Elia!” Mostrò un ghigno diabolico. “Non mi riconosci? Hai già scordato i miei insegnamenti?” E si abbandonò ad una grossa risata.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|