Il caos regnava in quelle prigioni.
 I ribelli, giunti laggiù, si mischiavano ai prigionieri che liberavano.
 Clio chiamò.
 A gran voce.
 Poi una mano la prese per un braccio.
 “Sono qui...” disse Roberto guardandola negli occhi.
 Strinse poi la sua mano e corsero verso il cuore delle segrete, continuando a chiamare Diomede.
 Poi dei colpi di cannone.
 Era il segnale che la resistenza dell'esercito ufficiale era conclusa in città.
 Clio e Roberto continuarono a cercare.
 Fino a quando intravidero una cella aperta.
 Roberto allora vi entrò.
 “Diomede...” mormorò “... amico mio...”
 Il principe di Crysa era lì, incatenato alla parete.
 E pianse di felicità nel vedere sua sorella ed il suo più caro amico.
