Altafonte fissò Clio negli occhi.
Gli occhi della ragazza stavano cercando i suoi e li trovarono.
Chiari, luminosi, eppure enigmatici.
“Mi definisco” disse lui “un animo gotico... amo il meraviglioso ed il terribile, il grottesco e l'inaffidabile, l'impossibile e l'imponderabile...” sorrise “... molti affermano che nella Commedia Dantesca sia l'Inferno il più facile a comprendersi... dicono che sia più vicino alla nostra condizione... e quale luogo, mi sono detto, è più vicino di questo palazzo al poema del Sommo Poeta?”
“Quel Caronte con abiti orientali è con voi, milord?” Chiese Simone.
“Si, eccellenza.” Annuì Altafonte. “Gli infedeli, pare, siano predisposti alla lealtà ed al servigio.”
In quel momento entrò Jacopo.
Un attimo dopo si udirono voci lontane.
Provenivano dalla strada.
“Cosa accade?” Stupito Simone.
E corse con Jacopo alla finestra.
Intanto l'orologio segnava quasi Mezzogiorno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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