La serenata è una promessa.
Certo, può essere recitata con versi e rime,
impreziosita da sogni e da fiori, lavata col profumo della sera e rischiarata dalla luce della Luna.
La si accompagna col canto dei mercanti, le filastrocche dei pastori o il fischio di qualche musico.
E' uso anche tingerla in un colore caro all'amata, come la lavanda, il muschio o la vaniglia.
Solitamente si compone al crepuscolo, quando il giorno e la notte trattengono il respiro.
Qualcuno pensa che allora tutto possa accadere.
Anche i miracoli.
E quale miracolo è più grande di quello che fa innamorare?
I più folli, invece, pare che le decantino improvvisando le loro serenate.
Fissando il balcone di chi si ama, per poi confonderlo con l'Oriente e attendendo così di veder spuntare l'alba a Mezzanotte.
Oh, non ingannatevi, nessun innamorato, folle che sia, può scambiare la propria amata con Cassiopea, Sirio o la Stella del Mattino.
E così, fino a quando il nostro cantore leverà gli occhi verso l'alto e un improvviso splendore la sua stanza buia illuminerà, quasi fosse una chiesa al giorno di Pasqua o Pentecoste.
Allora capirà che il suo unico Sole si è levato al canto d'amore.
Quale serenata ascolterò stanotte tra le strade di Camelot?
Forse mi farò guidare da un balcone sbocciato alla luce di qualche candela.
Una luce che sarà ambasciatrice e messaggera di un dolce ed eterno si, atteso da sempre...
Buonanotte, Camelot...