Sospirai appena...
poi piano mi chinai sull’inginocchiatoio del confessionale...
vedevo qualcuno muoversi piano oltre la grata che ci separava...
esitai solo per un istante...
“Padre...” iniziai poi a dire, piano “Per la verità, Padre, io non ero venuta qui per confessarmi... no, io... io ero venuta qui per parlarvi. Ho bisogno di parlarvi di tante cose... sono così confusa... così in difficoltà...”
Sospirai...
“Nessuno mi conosce da così tanto tempo come voi, Padre Roberio... mi conoscete da quando ero piccola...” proseguii poi “Conoscevate sia me che Jacopo quando eravamo solo dei ragazzini... e conoscevate a quel tempo anche i de’ Binardi, i tre figli del vecchio Riano...”
sospirai...
“E ricorderete, certo, quella storia... quella brutta storia su uno di loro... su...” mi torcevo le mani sempre più, qualcosa dentro di me tremava mentre le parole uscivano così, senza che le potessi controllare “Quella brutta storia su... su Guisgard...”
Tacqui e chiusi gli occhi a quel nome, chinando la testa.
Quel nome che per più di sette anni non avevo più pronunciato... che mi era stato proibito persino di pensare...
“Fu Jacopo a raccontarmi ciò che era accaduto...” ripresi poi a dire, in un sussurro “Mi raccontò di un delitto e di una fuga... mi raccontò tante altre cose orribili... e poi... poi della sua morte accidentale in quel fiume.”
Sospirai, tentando di dare voce a quell’angoscia che ormai mi opprimeva...
“Ed io... io gli credetti. Jacopo era suo amico, erano cresciuti insieme... non c’era ragione per cui mi mentisse su quella cosa... perciò io gli credetti. Con dolore, ma gli credetti. E da quel giorno, Padre Roberio, io ho creduto sempre a Jacopo... gli ho creduto tanto da giungere a sposarlo.”
Esitai solo per un istante, poi portai gli occhi sulla grata tentando di scorgere i tratti della persona celata al di là...
“Io so cosa voi pensate di lui... Jacopo non è perfetto... e, certo, oggi è molto cambiato da quando era un ragazzo. Adesso è rigido... per molti versi può sembrare intransigente, duro... ma io ero comunque sicura che non mi avrebbe mai mentito... ero sicura che non mi abbia mentito mai... ero sicura, fino ad oggi...”
Un brivido involontario mi percorse la schiena, scuotendomi tutta...
ed improvvisamente mi accorsi di avere paura.
Non avrei saputo dare un nome ed un volto e quella paura... eppure era così presente e viva che, quando ripesi a parlare, mi accorsi che anche la mia voce tremava...
“Sono stata dai de’ Binardi...” sussurrai “Ed ho parlato con loro... era tanto che non ne avevo occasione: Jacopo non me lo permetteva... ma oggi ci sono stata e... ed ho parlato con Sara... con Sara e con Riano... e...”
Di nuovo abbassai gli occhi...
“Io ho paura, Padre Roberio...” sussurrai “Non so più cosa credere ed ho paura... non so più chi sia mio marito... e, anzi, ora... ora... so che è terribile, Padre, ma... ma l’idea di rivedere Jacopo adesso mi terrorizza...”
La mia voce si spense in un tremito ed io rimasi lì, china, la testa bassa e gli occhi che bruciavano di dolore, di paura e di confusione... tremavo forte...
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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