“Infatti non vi è differenza.” Disse Roberto a Clio. “Per me una vale l'altra. Intendo dare a quel tipo una lezione esemplare e l'arma scelta mi è del tutto indifferente.”
“Certo!” Esclamò Sara. “Tanto che differenza fa, vero? Sapete benissimo che con una pistola o con una spada cambia poco per mio fratello! Parlate di onore, ma siete solo un vigliacco!”
“Sara, calmati.” La riprese suo padre.
“Uscite da casa mia.” Fece Roberto. “E ringraziate il Cielo di essere una ragazza.”
“Certo, l'onore vi vieta di battervi con una donna!” Con rabbia Sara. “Ma non di affrontare un uomo che non sa neanche impugnare un'arma! Si, siete un vigliacco!”
“Uscite ora!” Gridò Roberto.
“Deve esserci una Giustizia Superiore” fissandolo Riano “che dia voce a chi non ne ha.”
“Infatti.” Annuì Roberto. “Per la giustizia io ucciderò vostro figlio. Ed ora andate.”
Riano e Sara allora lasciarono quella casa.
“Che gente...” scuotendo il capo Selenia “... prima vogliono la parità e i nostri privilegi, poi quando hanno la possibilità di affrontarci alla pari protestano e chiedono clemenza... come possono esistere essere simili?”
“In verità” mormorò Roberto “il mio non è solo un atto dettato dall'onore, ma anche da una giusta causa.”
“Ossia?” Chiese Selenia.
“Sono convinto che Mirabole sia uno dei de' Binardi” rispose Fiosari “ed io ucciderò uno di loro, facendo un favore alla mia terra.” Si voltò a fissare Clio. “E magari farò un favore anche a te, cugina.” Sorridendole.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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