La pioggia cadeva giù fitta e in lontananza si udivano i tuoni, sempre preceduti dal chiarore dei lampi che squarciavano il cielo della sera.
Altea era giunta davanti alla dimora del Cavaliere di Altafonte, bussando al portone per farsi aprire.
Ma nessuno giungeva ad aprire.
Intanto la pioggia aumentava d'intensità.
Poi, ad un tratto, tutto cominciò a girare in modo confuso attorno ad Altea, fino a quando cadde a terra priva di sensi.
Altea correva sotto la pioggia, mentre il resto della città appariva vuota e silenziosa...
Solo il rumore della pioggia battente, il sibilo inquieto del vento e il boato dei tuoi lontani...
Raggiunse allora la casa di Altafonte e trovandovi la porta aperta vi entrò...
Chiamò il cavaliere e le sue guardie, senza però udire risposta...
Fino a quando le apparve un'ombra...
Poi un'altra...
E un'altra ancora...
“Vi attendevo, milady...” disse una di quelle ombre che in un attimo assunse le sembianze di Azable...
Altea si svegliò di colpo.
Ansimava ancora per lo spavento causatole dal sogno.
Fu in quel momento che si accorse di essere in un letto.
E accanto al letto vi era un uomo magro che la fissava.