Disattivato
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Lasciai che Roberto mi conducesse al centro della sala, i miei occhi non tradirono emozioni.
Ma fu come se una lama mi trafiggesse quando nominò mio fratello.
Cosa ne sapeva lui di mio fratello? Come sapeva che avevo un fratello?
Doveva avermi riconosciuta, non c'era altra spiegrazione.
Quando fummo soli, a volteggiare sulle note di quello splendido valzer, abbandonai la maschera e sorrisi al mio finto cugino.
Ascoltai le parole di Roberto senza smettere di sorridere.
"Grazie di avermi salvata.. La guerra mi ha cambiato, sai... qualcosa dentro di me è morto quel giorno.." guardando lontano, in preda a ricordi.
"Zio.. qual'è la situazione?" chiesi a gran voce, tra la confusione generale.
Un uomo alto, dai lunghi capelli bianchi, in uniforme, si voltò e ci guardò sopreso.
"Diomede, Clio.. cosa ci fate qui?" correndo verso di noi.
"Pensavi che ti avremmo abbandonato? Questa era casa di nostra madre.." rispose mio fratello.
"Ma vostro padre ha detto..".
"Non importa ciò che ha detto.." lo interruppi, io "..è qui che dobbiamo stare, non rintanati a palazzo..".
"Allora, cosa puoi dirci?" incalzò Diomede.
Dapprima nostro zio non rispose, il re gli aveva detto che avrebbe mandato uomini, ma che non sarebbe venuto. Non poteva rischiare di essere catturato.
E, ovviamente, aveva categoricamente vietato a noi di andare ad aiutare nostro zio.
"Cosa volete che cambi avere una persona in più..." aveva detto a mio fratello.
Naturalmente, non avrebbe mai immaginato che volessi andare anche io.
"Padre, è tutto pronto.." disse nostro cugino, avvicinandosi "..Clio, Diomede.. siete venuti davvero.." disse, accorgendosi di noi.
"Non volevi mica prenderti tutta la gloria, eh... Eric?" disse mio fratello, abbracciandolo.
"Vostro padre lo sa?"
"Ma ti pare?" disse mio fratello "..attendiamo istruzioni.." indicando nostro zio.
"Padre?" incalzò Eric.
Finalmente, mio zio rispose, illustrandoci le forze di cui disponeva per difendersi dall'attacco imminente.
Castel Fiorito non era stato progettato per difendersi da un assedio, era una villa, più che un maniero, nonostante il nome.
Gli uomini privati dei de' Torel, così come quelli che aveva inviato mio padre, erano disposti in vari punti strategici della villa, pronti a respingere i rivoltosi.
Alcuni contadini, poi, erano giunti in massa dalla campagna per difendere il loro signore, ed occupavano il grande piazzale prima del recinto di ferro battuto. Avevano delle armi alla buona, che si erano portati da casa, noi non avevamo armi per tutti, purtroppo.
Maledetta politica di pace!
"Bene, penso io ai contadini, tu Diomede vai sul lato ovest e coprimi le spalle.. Eric può coprire il lato est.. e voi, zio.. quello settentrionale.." dissi in maniera decisa "...o viceversa, come volete.. ma lasciate a me il piazzale..".
La nostra presenza andava sfruttata, di certo in due non avremmo fatto la differenza, ma avrebbe rincuorato la popolazione vedere i reali combattere al loro fianco.
"Non essere ridicola, Clio.." sbottò mio fratello "...non puoi andare là sotto e farti ammazzare... saresti tra le prime file..".
"Perchè, dove devono stare i Sartell?" guardandolo negli occhi, con aria di sfida "..tranquillo, sono molto meno preziosa di te..." strizzando l'occhio.
"E poi.." aggiunsi "..non credo che i vostri capitani, zio, si farebbero dare volentieri ordini da una donna... quindi, è deciso.. non voglio sentire un'altra parola.. Addio, miei cari..".
E mi avviai verso le scale che conducevano al piazzale.
"Clio, aspetta.." mio fratello mi prese per un braccio "..non posso permettertelo...".
Di slancio, lo abbracciai forte.
Sapeva che era impossibile farmi cambiare idea, così come sapeva che le mie parole erano veritiere.
Sarebbe stato molto peggio se fosse morto l'erede al trono, io ero solo la secondogenita, e per di più donna. Non avrei mai regnato su Crysa.
"Non puoi fare niente per fermarmi..." dissi sorridendo "...abbi cura di te..".
"Sta attenta, ragazzina.." con le lacrime agli occhi.
Annuii "Addio.. fratello mio.." sussurrai.
Mi lasciò andare, e dopo avermi osservata scendere nel piazzale, si diresse verso il lato ovest.
Mi riscossi da quei pensieri, Roberto mi stava parlando.
"Sei gentile, caro.. ti ringrazio.. ma qui nessuno deve saperlo, mai... non hai visto come mi guardava quell'uomo? Non hai sentito che ha nominato mio fratello? Sa chi sono.. e anche se è viceprocuratore del re non mi sembra di aver sentito un titolo nobiliare... non che questo sia una garanzia qui a Sygma.. anche i nobili qui sono liberali.. ma la sete di denaro accomuna tutti..".
Avrei voluto che quel valzer non finisse mai "...non so cosa fare, da una parte scapperei, per non dover stare da sola con lui... ma dalll'alrta voglio sapere cosa sa, e le sue intenzioni... non credo che potrebbe farmi del male con tutta questa gente.." lo guardai per un istante "..e se mi ha presa per una ragazzina fragile e viziata ha sbagliato di grosso...". I miei occhi, per un momento, tornarono ad essere glaciali.
"Non perdermi di vista, intesi?" dissi ferma, guardando Roberto negli occhi "...non so che avrei fatto senza di te.." con un gran sorriso, senza togliere gli occhi dai suoi.
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