Le guardie fecero attendere per un bel po' Clio in quel piccolo ingresso.
Poi finalmente arrivò un domestico.
“Vogliate seguirmi, prego...” disse alla ragazza.
Attraversarono così l'androne dopo il portone, giungendo ad un vasto cortile, attorno al quale correva l'interno della residenza dei Fiosari.
Imboccarono un lungo e silenzio corridoio, che li condusse in una saletta privata che dava poi, attraverso un piccolo vestibolo laterale, sul giardino del palazzo.
La saletta era arredata con gusto mondano, abbellita con frivolezze di vario tipo, perlopiù monili provenienti da varie città italiane ed Europee, che tradivano quegli aspetti e particolari tipici che contraddistinguono gli spazi amati dai giovani dell'alta società del tempo.
Roberto era in piedi a guardare da una delle due piccole finestre della saletta, che davano sul giardino, quando il domestico entrò con Clio.
L'uomo mostrò un lieve inchino ed uscì, lasciando la ragazza sola col giovane.
“Forse è questa l'altra vita...” voltandosi lui, mentre stringeva fra le mani quella collanina con l'orchidea “... l'altra vita in ritrovarci...” sorrise “... come stai, Clio?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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