Eilonwy, indossato il suo abito, scese così nella sala al pianterreno, dove sapeva di poter trovare suo padre.
La fanciulla con quell'abito sembrava aver rubato le fattezze ad uno di quei personaggi di cui si leggono le imprese nei romanzi cortesi o nei poemi cavallereschi.
Era infatti simile ad una Enide o una Erminia, col i lunghi capelli che dal chiaro mutavano, leggeri, in un vivace mogano, le gote impreziosite da un vago rossore e il portamento degno del suo lignaggio.
“Piccola mia...” nel vederla apparire suo padre “... vieni pure avanti... e che splendido abito indossiamo oggi!” Sorridendole.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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