Disattivato
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"Allora andiamo incredibilmente d'accordo.." dissi sorridendo.
Ma non mi sfuggì il tono con cui pronunciò quella parola.
Lo guardai con gli occhi stretti, ma poi scossi la testa e sorrisi.
Io e la mia mania di prendere tutto sul serio, probabilmente, pensai, stava solo scherzando, mi prendeva in giro.
Avanti, come avrebbe potuto essere diversamente?
Possibile che sembrassi una ragazzina innamorata? E di chi poi, di un uomo che non avevo mai visto?
Andiamo, non aveva alcun senso.
Conoscevo bene l'Amore, certo non avevo avuto il dono di un amore felice, di quelli che ti portano a condividere ogni cosa con la persona che ami.
Eppure, non avrei permesso a nessuno di insinuare che il mio amore fosse da meno.
Era intenso, forte, passionale ed incondizionato, e mi aveva portato via tutto ciò che era importante per me.
Mi aveva distrutto, giorno dopo giorno, per anni.
Eppure, non riuscivo a vederlo come una maledizione, era meraviglioso quanto doloroso essere innamorati.
E liberarmi di quel sentimento era stato come strappare una parte di me, una parte che sapevo bene non sarebbe più tornata.
Ma ci ero riuscita, dopo un cammino arduo e faticoso.
Non potevo di certo esserci caduta nuovamente, me ne sarei accorta!
Avevo amato l'uomo che conoscevo meglio di chiunque altro, con il quale avevo condiviso esperienze, passioni, sogni ed ideali.
Cos'era un uomo che non avevo mai visto in confronto? Solo perché avrei lottato per lui?
O per ciò che ti provoca vederne solo il ritratto.. Anche da ragazzina, ricordi? Ti innamorasti di un ritratto..
Scossi la testa.
Quello era Lancillotto, per l'amor del Cielo, Clio.. non voglio neanche sentirti... piantala!
Cercai di scacciare quella parte di me con un cenno del capo, ma era testarda quanto me, ovviamente.
Ma io, io conoscevo bene l'Amore.
Sapevo riconoscere quel dolore costante e inseparabile che accompagnava ogni singolo battito, alla lunga, avevo persino imparato a respirare, a conviverci quasi fosse una malattia.
Era parte di me.
Ciò che provavo ora, però, non era niente di simile, era più come un fremito doloroso, una paura senza nome, un desiderio inespresso, un battito più veloce degli altri, una strana luce infondo allo sguardo, un motivo per sorridere.
Mi fermai, per un momento.
Avevamo lasciato il padiglione e ci eravamo messi in marcia.
Stavo davvero ripercorrendo la mia vita, i miei ricordi, per il tono con cui quell'uomo aveva pronunciato una sola parola?
Dovevo essere matta.
Certo, pensare troppo e non riuscire a frenare i pensieri era la mia specialità, ma stavo esagerando!
Possibile che mi avesse colpito così tanto nel vivo?
No, impossibile, probabilmente era solo la stanchezza.
Probabilmente non l'avrei mai visto.. Oppure l'avrei visto e poi, nulla, non sarebbe accaduto nulla.
E se non riuscissi mai…
Cosa doveva accadere? Stavo impazzendo, si stavo davvero delirando!
Andiamo Clio, potrebbe essere il il peggiore degli uomini.. non puoi pensare di dar retta a... a cosa, poi? Se nemmeno tu capisci quello che senti..
Arrivammo ai margini della foresta, e Guisgard decise di proseguire.
La conversazione mi destò da quei pensieri, per fortuna.
Non riuscii a rispondere alle loro parole, ma annuii soltanto e li seguii docilmente, sforzandomi di non pensare a nulla.
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