“Forse” disse Guisgard a Clio “perchè ho davvero un debole per la cause perse, quelle tutte ideali e pochissimo raziocinio.” Sorrise. “Non so, magari è solo che non riesco a concepire un mondo fatto di sola Ragione senza Cuore. E poi probabilmente sono un romantico marcio, oltre che un idealista convinto. Voi avete accettato di aiutarmi a trovare Talia ed io aiuterò voi a liberare il vostro amato principe.” Aveva ben calcato la parola amato.
Le fece l'occhiolino e poi si voltò verso Elisabeth e Gem.
“Si, ad ognuno le sue armi direi...” annuendo verso la dottoressa “... e voi ne avete di vitali per tutti noi. Comunque io non sono un principe. Anzi, mi sono messo in un mare di guai per il solo fatto di averlo fatto credere.” Rise di gusto.
Gem intanto si era ormai ripreso bene ed aveva assicurato ad Elisabeth di poter andare con loro.
Si divisero allora dai contradaioli, che invece erano diretti al Castello di Bumin.
I quattro così lasciarono il padiglione e poi la piazza.
E grazie alle indicazioni di Gem raggiunsero il luogo dove il Nero aveva ferito lui e colpito a morte Ippio.
“Qui la strada conduce fuori città e poi muta in sentiero...” fece Guisgard “... e la foresta potrebbe essere la trappola ideale per un'imboscata... ma non abbiamo altra scelta...” e proseguirono, fino a penetrare nel cuore della foresta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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