“Non avete sentito, forse...” disse Guisgard a Carlo “... la ragazza” indicando Clio “vi ha fatto una domanda... dov'è Talia?”
Il signore di Monsperon fissò allora Sanion.
“Allora?” Guardandoli Guisgard.
“Giacomo il Nero...” rispose Carlo “... l'ha portata via...”
“Cosa?” Saltando su Guisgard.
“Non agitatevi...” fece Sanion “... state calmo o la vostra ferita si riaprirà...”
“Due dei nostri lo stanno inseguendo” mormorò Carlo “e vedrete che lo prenderanno...”
“Non ci credete neanche voi!” Tentando di alzarsi Guisgard. “I contradaioli non possono nulla contro quell'uomo...”
“Cosa volete fare?” Avvicinandosi a lui Carlo.
“Sono stanco delle vostre idee e delle vostre proposte...” ansimando Guisgard “... ora farò a modo mio...”
“Fatelo ragionare...” rivolgendosi allora Carlo ad Elisabeth, che era intenta a curare Marzio “... fategli capire che non può muoversi...”
“Nessuno vuole aiutarmi?” Guardandosi intorno il Taddeide. “Allora farò da me...” e cercò di nuovo di alzarsi dal suo letto.
Nel frattempo, il Nero aveva condotto via Talia.
Ma quando furono prossimi per prendere una carrozza, la ragazza, con gesto rapido e improvviso, colpì Giacomo, per poi correre via, verso il bosco.
Il colpo era andato a segno ed anche in maniera efficace, così lo spadaccino dei Rossi dovete accasciarsi per qualche istante nel tentativo di riprendere fiato.
Talia, allora, ebbe un discreto vantaggio per entrare nel bosco e smarrirsi in quel lussureggiante labirinto.
E corse, senza voltarsi indietro, fino a quando, raggiunta un'irregolare radura, vide una piccola casa ricoperta di rampicanti e rovi.