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Vecchio 23-07-2013, 20.07.33   #1946
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Attesi la risposta della donna con il cuore che aveva accelerato il suo corso naturale.
Quando iniziò a parlare, la osservai attentamente.
Dapprima non me ne accorsi, poi dopo qualche parola, spalancai gli occhi.
Stava parlando.. In inglese? Com'era possibile? Lì, a Chanty, nel XVI secolo? Chi si sarebbe preso la briga di imparare l'inglese in pieno rinascimento?
Eppure c'era qualcosa di strano, parlava in un inglese perfetto, pulito. Nessun arcaismo, nessun termine desueto che non conoscevo, anzi.
Ascoltai così il suo racconto, parola per parola.
Capivo benissimo che non era tutta la verità, ma dallo sguardo preoccupato della dama capii anche che non era nemmeno una bugia, e quello mi bastava. Sapere che quei nobili e gli strani viaggiatori avevano agito contro i Rossi era sufficiente.
Non aveva avuto nessuna reazione al nominare i Taddei, forse quindi era solo una mia fantasia, o forse, semplicemente, non aveva intenzione di rivelare ogni cosa ad una sconosciuta.
Come darle torto? Io avrei fatto lo stesso! Infondo, pensai, non conosceva le mie intenzioni. Restammo in silenzio per un momento. Pensai attentamente alle sue parole. No, non avevo intenzione di smascherarlo, ma credevo comunque che i contradaioli dovessero sapere.
Mi tornarono alla mente le parole di Lady Beatrice, ci sarebbe voluto un Lancillotto per battere Yrko e Giacomo, aveva detto, e rividendo nella mia mente le gare del palio, mi chiesi se non fosse lui l'uomo di cui avevamo bisogno.
Poi, quella domanda, diretta e chiara. Sbattei le palpebre più volte, incredula.
Io? Perché parlavo la lingua che avevo imparato fin da bambina? Beh, lei non poteva certo saperlo. Stavo per ribattere, quando qualcuno entrò nel padiglione.
Erano Rossi, Rossi nel padiglione della Pantera!
Ovviamente la spedizione era guidata da Giacomo il nero. Scossi la testa alle sue parole. Lui fedele al re? Era una presa in giro bella e buona.
Volevano portare via quell'uomo, portarlo al Palazzo Reale, o chissà dove.
Ora che sapevo la verità, capivo bene che quegli uomini erano certi che non fosse il principe Ardena, chiuso in quel castello imprendibile.
Cosa ne sarebbe stato di quello sconosciuto? Intuivo la preoccupazione della donna.
Infondo anche lui aveva messo a repentaglio la sua vita per aiutare il principe, e non potevamo certo abbandonarlo.
Non c'era tempo per rispondere ad ogni cosa, la situazione era completamente cambiata.
"Semplice.." dissi poi, pensando alle ultime parole che mi erano state rivolte "..sono inglese.." sorrisi alla donna, e la guardai negli occhi per un momento "..Nata e cresciuta.. nel Regno Unito..".
Usai volutamente un termine anacronistico, che però fosse abbastanza neutro da non causare stupore incontrollato.
"La ferita di Sua Maestà è grave, e trasportarlo è pericolosissimo.." dissi ad alta voce, guardando Giacomo il Nero "…Ma se intendete portarlo via con la forza, credo che sarebbe meglio se fossero i suoi uomini ad accompagnarlo al Palazzo Reale, un re non si muove senza una scorta fedele.. o sbaglio?" dissi lanciando uno sguardo eloquente a Ippio.
Mi resi conto di aver parlato davanti a tutti, ad alta voce, io, una semplice fanciulla. "Se mi permetto di parlare al vostro cospetto, miei signori, è solo perchè ho veduto la ferita e voi invece no.." dissi con un leggero inchino.
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