I miei occhi seguirono una alla volta tutte le reazioni della ragazza davanti a me...
sorpresa... poi rabbia, sconcerto, preoccupazione... paura?
Non dissi niente... come biasimarla? In fondo aveva appena scoperto che quello on era il suo principe e che...
all’improvviso, però, mi bloccai...
la mia mente si fermò e parve come incepparsi...
aveva parlato in inglese...
aveva parlato in inglese?
Lì, a Chanty... come poteva aver parlato in inglese?
Continuai a fissarla, ma ora non ero più spaventata, lo spavento aveva lasciato posto a qualcosa di diverso... adesso ero stupefatta.
Citazione:
Originalmente inviato da Clio
Trassi un profondo respiro e mi costrinsi a parlare nella sua lingua, perché mi capisse.
"Perché?" Sussurrai guardando la donna negli occhi "stavamo facendo il possibile...".
Ma non era quella la domanda che più mi assillava.
No, cominciavo a mettere insieme i pezzi, anche se probabilmente era una follia.
"Chi è?" Dissi piano, voltandomi nuovamente verso la donna, in modo che solo lei sentisse.
Esitai per un momento, poi dissi "È un de' Taddei, vero?" Scossi la testa "...non sono occhi che si dimenticano facilmente, né che si trovano dappertutto..".
Sospirai "Se non corro a chiamare Ippio e gli altri è solo perché sono in debito con uno di loro.. Anche se non può essere lui, sarebbe..." Dossi la testa "...non importa..".
Guardai la donna negli occhi "Ma vi prego di dirmi la verità.." Sorrisi "Semplice o assurda che sia..".
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Esitai...
la verità...
come potevo dirle la verità?
Come dirgliela?
Abbassai gli occhi per un momento, lanciai un’occhiata a Carlo e Sanion dall’altra parte del padiglione, poi tornai a guardare Guisgard...
E quando, infine, sollevai di nuovo gli occhi su di lei ed iniziai a parlare, non lo feci nella mia lingua... lo feci in inglese...
“Non c’è molto da dire...” sussurrai in quella lingua che mi rammentava i miei studi all’Università di York “Siamo viaggiatori... e questo... questo è il brillante piano di sir Carlo... pare volesse... volesse cogliere i Rossi alla sprovvista... così ha detto. Ma se lo smaschererete ora, lui...”
La mia voce non era riuscita del tutto a celare la mia rabbia e la mia disapprovazione per quell’impresa folle, né la frustrazione perché non ero riuscita a convincere Guisgard che fosse davvero una pazzia...
Tacqui per un istante, dunque... riordinando le idee...
“Perché voi parlate l’inglese?” le chiesi poi, senza cerimonie né giri di parole.