Clio portò così, come le aveva detto Ippio, acqua calda e panni puliti per lavare quella ferita.
Tuttavia il dottore del campo continuava a tardare e allora Talia, facendosi coraggio, si avvicinò a Guisgard, sempre steso senza conoscenza su quel lettino, e cominciò a dare indicazioni su cosa fare agli altri.
“Fate come vi dice.” Disse Carlo a tutti loro.
Così, Clio, Ippio, Marzio e gli altri contradaioli seguirono alla lettera le indicazioni della ragazza.
Talia allora, una volta fatta togliere la cotta di maglia al falso principe, cominciò a lavare con cura la ferita.
Era una brutta ferita, profonda e Guisgard aveva perso molto sangue.
Alla fine, pulita la lacerazione, strette bende la ragazza strinse attorno ai fianchi del cavaliere.
“Almeno il necessario, per ora è fatto...” fece Carlo prendendo in disparte Sanion “... se non altro abbiamo scongiurato l'infezione... ma serve un medico...”
“Forse restare qui è inutile...” mormorò il barone “... meglio portarlo in un luogo più tranquillo e nel frattempo cercare un medico per curarlo...”
Carlo annuì e si voltarono entrambi a fissare Guisgard steso su quel letto senza conoscenza.
E al suo capezzale c'erano Talia che gli aveva pulito la ferita e Clio.
“Non...” cominciò a mormorare Guisgard nel delirio della febbre “... non vi... tradirò... non mi... scopriranno... sarò... Ardena...” aggiunse ansimando.
E queste confuse parole furono udite solo da Talia e da Clio che erano accanto a lui.
Ma ad un tratto qualcuno entrò nel padiglione.